L’Ente ibleo ha discusso le problematiche del settore con i rappresentanti politici regionali: bisogna rivedere i requisiti per l’accreditamento delle imprese. Chiesto un incontro con l’assessore Razza
RAGUSA – Il servizio di assistenza domiciliare integrata e l’accreditamento delle imprese. È questa la problematica affrontata, qualche giorno fa, nel corso di un confronto online, dai responsabili di Confcooperative Ragusa e dai deputati regionali dell’area Giorgio Assenza, Stefania Campo, Nello Dipasquale e Orazio Ragusa.
L’ente ibleo chiede di rivedere i requisiti per l’accreditamento delle imprese finalizzato alla gestione del servizio Adi visto che secondo alcune previsioni l’attuale tessuto imprenditoriale siciliano, compreso quello ibleo, potrebbe esserne escluso.
I lavori sono stati avviati e presieduti dal presidente provinciale Confcooperative Gianni Gulino, che ha posto l’accento sulla necessità di potere avere chiarezza rispetto a una questione che penalizzerebbe in maniera definitiva “le realtà imprenditoriali cooperative anche della provincia di Ragusa che, sin dal 1998, hanno fornito qualità nei servizi in relazione a tutti i livelli assistenziali previsti dai Lea (livelli essenziali di assistenza) attraverso gare d’appalto bandite prime dalle Ausl e ora dalle Asp”.
Il vicepresidente provinciale Confcooperative Nello Aprile, insieme al direttore Emanuele Lo Presti, ha messo in rilievo come “la richiesta di ulteriori requisiti abnormi, così come sembra intenzionata a fare la Regione Sicilia, in ordine al numero di pazienti assistiti e prestazioni erogate suddivise per i tre livelli assistenziali, appare inutile e gravosa”.
“Se un’impresa – ha aggiunto Nello Aprile – ha già avuto modo di qualificarsi attraverso le gare ad evidenza pubblica sin qui svolte in Sicilia e nel resto d’Italia per i servizi Adi, assistendo negli anni pazienti nei vari livelli assistenziali e per quanto concerne le prestazioni riferite ai capitolati d’appalto riteniamo che possieda tutte le competenze strutturali e organizzative tali da garantire la qualità dei servizi Adi in ambito regionale. Il sistema che l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, sembrerebbe intenzionato ad attivare avvantaggerebbe pochissimi soggetti, multinazionali e grandi operatori italiani”.
I volumi di attività richiesti risulterebbero eccessivi rispetto ai servizi Adi garantiti oggi in Sicilia. “Ecco perché abbiamo chiesto alla deputazione regionale della nostra provincia di promuovere un incontro con l’assessore – ha aggiunto Nello Aprile – cosicché le associazioni datoriali di categoria possano illustrare nello specifico quali sono le perplessità esistenti. Non chiediamo protezioni per le singole imprese ma vorremmo che tutti fossero messi alla pari, così da scattare allo stesso modo dai nastri di partenza”. I deputati si sono detti disponibili a organizzare un incontro con l’assessore competente, in modo da illustrare le motivazioni delle imprese e risolvere, quindi, la delicata questione.