Ragusa, ecco Pulmì, trasporto a chiamata dei paesi montani - QdS

Ragusa, ecco Pulmì, trasporto a chiamata dei paesi montani

Ragusa, ecco Pulmì, trasporto a chiamata dei paesi montani

Pierpaolo Galota  |
martedì 23 Luglio 2024

RAGUSA – Nasce il trasporto di comunità, un’occasione per avvicinare i comuni montani al capoluogo ibleo: questo in sintesi è l’iniziativa Pulmì presentata negli scorsi giorni presso la fondazione San Giovanni Battista a Ragusa.

Il progetto “Pulmì”, il trasporto di comunità a chiamata

Il nuovo progetto “Pulmì”, il trasporto di comunità a chiamata, è un’iniziativa unica nel suo genere in Sicilia. Il progetto guarda alla mobilità sostenibile e collettiva ed è promossa in modo sinergico da Svimed, l’Argent e fondazione San Giovanni Battista, in collaborazione con i Comuni dei paesi montani: Chiaramonte Gulfi, Giarratana e Monterosso Almo. Il progetto gode, inoltre, del sostegno economico di Fondazione con il Sud. A collaborare a questo progetto ambizioso anche altri Comuni iblei: Modica, Comiso, Ispica, Pozzallo, Scicli e Santa Croce Camerina. L’iniziativa è sostenuta anche dal Libero Consorzio di Comuni, dal Gal Terra Barocca, dal Centro commerciale naturale Antica Ibla, da Federsanità e da Anci Sicilia. Il servizio sperimentale partirà ad agosto e consentirà ai cittadini dei comuni montani di usufruire di un trasporto innovativo potendosi recare in ben 30 punti strategici della città di Ragusa.

Riduzione dell’isolamento geografico e sociale per i Comuni montani

L’obiettivo generale del progetto prevede la riduzione dell’isolamento geografico e sociale, inoltre mira a creare una comunità di utenti attivi e partecipativi, che condividono lo stesso fine e usufruiscono di un bene comune. Secondo l’idea dei promotori ogni singolo cittadino è parte attiva del progetto, contribuirà alla sperimentazione con suggerimenti e feedback. Pulmì non è una sostituzione del trasporto pubblico esistente, ma vuole essere un’opportunità nuova per avvicinare cittadini e territorio. Non è un semplice trasporto, ma mira a comprendere le esigenze collettive di un territorio in particolare delle piccole comunità.

L’iniziativa, così, parte dalla comunità e dalle loro esigenze anziché dal servizio. Ecco che allora Pulmì oltre a essere trasporto di comunità, diviene un laboratorio sociale da cui le Amministrazioni locali possono prendere spunto per le future decisioni. Nei mesi antecedenti all’attivazione del servizio, gli operatori di Pulmì hanno provveduto a comprendere le esigenze del territorio, hanno studiato la mobilità e hanno ascoltato i cittadini. La genialità di questo progetto sta nel far da apripista a nuova cultura della mobilità per il trasporto in tutta la provincia. Infatti l’obiettivo non è tanto garantire un servizio di trasporto, ma favorire la creazione di comunità attente all’integrazione sociale e all’inclusività. Prima della messa in strada di ben due minivan da nove posti, equipaggiati con le pedane per favorire l’accesso alle persone con disabilità, gli operatori di Pulmì hanno coinvolto in un’indagine delle esigenze oltre 150 potenziali membri della community. Sono stati realizzati incontri nei territori e questionari, al fine di scoprire e condividere esigenze, suggerimenti e proposte.

Pulmì progetto dal forte valore sociale

Durante la presentazione ufficiale alla stampa si è dato inizio alla seconda fase di questo splendido progetto dal forte valore sociale, la firma del regolamento della Community da parte degli enti promotori In effetti “Pulmì rappresenta una svolta importante per la nostra comunità – ha sottolineato Renato Meli, presidente della Fondazione San Giovanni Battista – Vogliamo offrire non solo un mezzo di trasporto, ma una possibilità per i cittadini di diventare protagonisti attivi del cambiamento. Ecco che l’aspetto sociale del progetto è fondamentale, come quello ambientale, però noi come Fondazione ci ritroviamo coinvolti proprio per l’aspetto sociale: perché si costruisca una comunità coesa e che i servizi non siano soltanto a vantaggio di coloro che possono spostarsi. Questo ci consente anche di fare comunità, il fatto stesso di spostarsi insieme significa fare comunità in un particolare periodo, in cui la società soffre di individualismo anche condividere il trasporto permetterà di costruire una nuova comunità”.

Pulmì ribalta lo schema del trasporto pubblico tradizionale

Infine, Pulmì ribalta lo schema del trasporto pubblico tradizionale, che offre viaggi solo in orari e itinerari fissi. Il trasporto di comunità invece si adatterà alle esigenze del territorio. Prenotare il proprio trasporto sarà molto semplice, infatti è già online un portale www.pulmi.it, oltre a un app e un call center dedicato per i membri della community, per prenotare in anticipo il proprio itinerario. Nelle ben 30 fermate individuate ci sono tappe a Ragusa Ibla e presso il nuovo ospedale Giovani Paolo II. Le fermate sono state individuate attraverso dei focus group, proprio per rispondere alle esigenze dal basso. In questi mesi sarà possibile provare questo servizio e apportare suggerimenti, dall’autunno partirà in modo più strutturato.

“Il progetto Pulmì – ha spiegato Barbara Sarnari di Svimed – consentirà di usufruire di servizi essenziali e non presenti nella città capoluogo. La possibilità di svagarsi diventerà possibile anche a chi non ha un trasporto pubblico locale che lo garantisce. Il trasporto di comunità a chiamata fa molto leva sul senso di comunità. Infatti Ci sentiamo responsabili delle molteplici necessità che raccogliamo dai territori, tanto dai cittadini, quanto dalle amministrazioni locali. Sappiamo che non potremo soddisfarle tutte, ma chiediamo al maggior numero possibile di persone di entrare a far parte della Community, perché solo partecipando potremo insieme dare valore a questa sperimentazione e renderla più aderente possibile alle esigenze collettive”.

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