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Ragusa, progetto per utilizzare in cava i materiali inerti provenienti dal lavaggio delle plastiche delle serre

Ragusa, progetto per utilizzare in cava i materiali inerti provenienti dal lavaggio delle plastiche delle serre
Ragusa

La garanzia da parte di Descat è che il deposito nelle cave avverrà senza alcuna ricaduta sull’ambiente.

Sfruttare le materie inerti che si recuperano dalle fasi di trattamento delle plastiche delle serre dismesse e utilizzarle all’interno delle cave. A chiedere di poterlo fare è la Descat, una società di Ragusa titolare di una concessione per la coltivazione di una cava di calcare in contrada Tabuna. L’istanza è stata inoltrata dall’assessorato all’Ambiente alla commissione tecnica-specialistica chiamata a valutare se il progetto dovrà essere sottoposto o meno alla valutazione d’impatto ambientale.

Di fatto si tratta di quella che tecnicamente viene definitiva una modifica non sostanziale a un’autorizzazione che la Regione aveva precedentemente concesso e che riguarda le modalità con cui la società potrà eseguire il recupero morfologico della cava. La proposta riporta l’attenzione sulle plastiche delle serre, da anni al centro di tante controversie per l’ancora troppo diffuso sistema illecito di smaltimento che, non di rado, porta all’incenerimento delle stesse con gravi ripercussioni sull’ambiente e la salute. In questo caso, invece, si tratterebbe di poter usufruire dei risultati dei trattamenti che vengono fatti a livello industriali negli impianti regolarmente autorizzati dalla Regione.

La proposta

Nella relazione tecnica che sintetizza gli interventi che Descat chiede di poter fare, si sottolinea a più riprese che la richiesta riguarda l’uso di materiali in “end of waste”, ovvero la caratteristica che assumono i materiali una volta che non sono più considerati rifiuti.

“Nel 2022, la Descat ha presentato l’istanza di verifica di assoggettabilità per il progetto di recupero ambientale esecutivo della cava Tabuna, da realizzarsi tramite il riporto di terre e rocce da scavo di origine cantieristica in regime di sottoprodotto”, viene ricordato nella relazione.

Nel documento si ricorda come in quell’occasione l’assessorato abbia disposto l’esclusione dalla Via, seppure prescrivendo alcune condizioni ambientali da rispettare nelle diverse fasi di esecuzione del progetto. Prescrizioni che – stando alla verifica svoltasi negli anni scorsi – sono state rispettate consentendo l’avvio dei lavori di recupero ambientale.

Adesso però la Descat chiede di potere ampliare il tipo da materiale da utilizzare nella cava, che rientra tra quelle definite a versante, ovvero caratterizzate da gradoni in successione che si raccordano alla base in un piazzale. “Nel contesto territoriale in cui è ubicata la cava – viene rimarcato – si riscontra una forte domanda di conferimento di aggregati recuperati in regime di end of waste, specificatamente da impianti autorizzati dal dipartimento dell’Acqua e dei Rifiuti, ottenuti, in particolare, dal processo di separazione dalle plastiche di serra. Il recupero dei teli da serricoltura, infatti, rientra da decenni nel circuito virtuoso del riciclo dei materiali plastici ed è sostenuto essenzialmente da imprese industriali ubicate in provincia di Ragusa, capaci di garantire il cento per cento del recupero della plastica da serre”.

Il riferimento dei progettisti va agli impianti che come attività principale hanno il recupero dei rifiuti in plastica, ottenendone la produzione sia di materie prime secondarie in granuli di polietilene a bassa densità che – ed è il caso che interessa il progetto di Descat – “di aggregati riciclati utilizzabili anche per il recupero ambientale con grandi benefici ambientali, sociali ed economici per tutto il territorio siciliano”.

La tecnica

“Il recupero della plastica prevede un lavaggio in acqua con la separazione dell’aggregato attraverso il processo di sedimentazione e decantazione naturale che avviene in apposite vasche, da cui si ottiene, una volta sottoposto ad essiccazione, un deposito di aggregato fine, senza aggiungervi sostanze o additivi che ne possano alterare la composizione chimicamineralogica”.
La garanzia da parte di Descat è che il deposito nelle cave avverrà senza alcuna ricaduta sull’ambiente. “Dal punto di vista petrografico-chimico-mineralogico, gli aggregati recuperati dalla separazione della plastica sono costituiti da particelle calcaree-silicee e, in parte, argillose, con un certo contenuto di terra vegetale; quindi, sono del tutto assimilabili alle terre da scavo che vengono conferite nel sito Tabuna per il recupero morfologico-ambientale di cava”, viene assicurato.