I restauratori iblei chiedono maggiori tutele - QdS

I restauratori iblei chiedono maggiori tutele

Stefania Zaccaria

I restauratori iblei chiedono maggiori tutele

venerdì 14 Luglio 2023

L’importanza dei lavoratori del settore al centro di un incontro tra rappresentanti del comparto e soprintendente. La Cna: "Più garanzie per appalti e professionalità"

RAGUSA – Un incontro sui restauri, sulle figure professionali e sulle problematiche del settore. Si è parlato di questo, qualche giorno fa, con il soprintendente di Ragusa Antonino De Marco, la Cna restauratori di Ragusa, rappresentata dal presidente regionale dei restauratori Giovanna Comes, dal presidente Cna restauratori Ragusa Antonella Pancaldo e dal segretario territoriale Cna Ragusa Carmelo Caccamo, come responsabile regionale dei restauratori siciliani. Al centro del confronto l’importanza di tutelare la figura del restauratore.

La Cna, da sempre, si è fatta promotrice delle norme di settore presenti nel codice dei Beni culturali evidenziando che non ci possono essere lavori affidati a figure che non siano inserite negli elenchi ufficiali dei restauratori.

“Questo il punto centrale attorno al quale ruota tutto l’impianto del ragionamento sviluppato da Cna restauratori – ha sottolineato Giovanna Comes -. Ecco perché la Cna diffida le stazioni appaltanti a far eseguire opere sotto tutela o vincolate senza la presenza di un restauratore. Un altro punto fermo è quello della progettazione, con la richiesta agli assessorati di riferimento del prezzario regionale sulle opere di restauro ed inoltre, così come prevede la normativa vigente, la necessità di inserire nella progettazione sui lavori di restauro la scheda tecnica di restauro redatta da un restauratore, soprattutto delle indagini preliminari di diagnostica per garantire al bene che si andrà a restaurare un progetto di qualità, a basso rischio di imprevisti per l’opera, per l’impresa di restauro e per la stazione appaltante”.

La Cna restauratori ha sottolineato, inoltre, che porterà avanti nei confronti della Regione la necessità di far prevedere a monte l’inserimento della diagnostica nel restauro conservativo. Altrimenti, sarebbe come lavorare al buio e vanificare la straordinaria professionalità degli artigiani. Inoltre, si è parlato anche dell’assenza, nel nuovo Codice degli appalti entrato in vigore dal 1° luglio, di norme a tutela della categoria.

“Abbiamo avviato – ha aggiunto la presidente Comes – una mappatura dei restauratori siciliani e delle loro esigenze nei territori. Ci confronteremo e incontreremo nelle province le Soprintendenze e i tecnici. Come Cna, abbiamo al nostro fianco restauratori di grande esperienza in tutti i settori del restauro e su tutto il territorio regionale. Ci faremo promotori nei confronti della Regione, e in particolare con gli assessorati di riferimento, della necessità di portare avanti queste nostre istanze e chiederemo, come fatto in passato, la creazione di un ‘tavolo tecnico’ interdisciplinare per dare vita ad uno spazio di confronto e riflessione sulle problematiche del settore e sul futuro dei beni culturali nella nostra isola”.

Dopo l’incontro con il soprintendente, la sede Cna di Ragusa ha ospitato un incontro, alla presenza del presidente della Cna territoriale Ragusa, Giuseppe Santocono, con tutti i restauratori della provincia con cui, oltre a comunicare l’esito del confronto, è stato avviato un dibattito di elevato livello professionale.

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