Zone franche montane, l’ibleo aspetta risposte - QdS

Zone franche montane, l’ibleo aspetta risposte

Stefania Zaccaria

Zone franche montane, l’ibleo aspetta risposte

martedì 12 Luglio 2022

Giarratana e Monterosso Almo, che rientrerebbero nella classificazione, chiedono che si sblocchi l’iter per l’istituzione. A sollecitare il Governo regionale, il deputato ibleo Nello Dipasquale

RAGUSA – Che fine ha fatto l’iter per l’istituzione delle zone franche montane?

I Comuni di Giarratana e Monterosso Almo – e per certi versi anche quelli di Ragusa, Modica e Chiaramonte Gulfi – se lo chiedono da diverso tempo ed è per questo che il deputato regionale Nello Dipasquale sta sollecitando il governo regionale.

Zone franche montane bloccate dalla burocrazia

Bisognerebbe sbloccare gli intoppi burocratici che stanno caratterizzando l’approvazione di questo provvedimento che, di fatto, consentirebbe a questi Comuni – dovrebbero essere circa 159 in tutta la Sicilia – di approfittare di qualche agevolazione.

“Da quando il Partito democratico ha presentato all’Ars, nel dicembre 2017, il disegno di legge per la istituzione delle Zone franche montane – ha sottolineato il deputato ibleo Dipasquale – ho sostenuto e seguito costantemente tutto l’iter che, purtroppo, si è arenato per colpa della latitanza del presidente Musumeci e dell’assessore Armao nel corso di tutta la legislatura. La responsabilità enorme di questo Governo regionale è evidente per inefficienza e inerzia”.

“L’applicazione della legge voto, approvata dall’Ars, arrivata al Parlamento nazionale e tornata indietro a Palermo per delle modifiche che il Governo regionale deve apportare in sede di assestamento di bilancio – ha aggiunto Dipasquale – andrebbe incontro al quel 25 per cento di territorio siciliano montano, le cosiddette Terre alte di Sicilia (un quarto del totale), le cui popolazioni vivono un profondo disagio sociale ed economico a causa della cronica carenza di servizi”.

Per la provincia di Ragusa, i Comuni che rientrerebbero a pieno titolo in questa classificazione sono Giarratana e Monterosso Almo. A questi potrebbe aggiungersi Chiaramonte Gulfi se si considerano i Comuni situati in aree densamente edificate e poste sempre al di sopra di 500 metri sul livello del mare, con meno di 15 mila abitanti, ma nei quali sono presenti fenomeni di spopolamento calcolati in funzione dell’andamento demografico degli ultimi 50 anni.

Zone franche montane, un valore aggiunto per l’economia locale

Inutile sottolineare che l’adesione alle zone speciali potrebbe costituire un valore aggiunto per l’economia locale: si tratterebbe di una occasione molto importante, da sfruttare per la crescita del tessuto economico locale, visto che si prevede un contributo in favore di progetti di investimento nella forma di credito di imposta alle imprese, comprese quelle artigiane, operanti nei settori delle attività manifatturiere, del turismo e dei servizi, che effettuano nuovi investimenti sul territorio delle Zone franche montane.

“Personalmente, come ho sempre fatto negli ultimi quattro anni – ha concluso Nello Dipasquale – continuerò a impegnarmi per far capire a questo Governo e alla sua maggioranza altrettanto sorda l’importanza di dare una risposta concreta alle Terre alte di Sicilia smettendola di prendere in giro i Comuni siciliani montani”.

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