L'outlook del nostro Paese resta stabile. La pandemia "continua a esercitare un impatto negativo significativo sull'economia e sulle finanze pubbliche" e sulla valutazione pesa il debito pubblico
Fitch Ratings ha confermato il rating dell’Italia a BBB- con un outlook stabile.
Lo rende noto l’agenzia di rating internazionale.
La pandemia, sottolinea l’agenzia, “continua a esercitare un impatto negativo significativo sull’economia e sulle finanze pubbliche italiane”.
Sul rating, rileva Fitch, “pesano un debito pubblico molto elevato e una crescita economica strutturalmente debole. Il rating è supportato dal fatto che l’Italia ha un’economia diversificata e ad alto valore aggiunto e dall’appartenenza all’Eurozona, dal pil pro capite, da un indebitamento moderato nel settore privato e da un saldo attivo delle partite correnti”.
L’Italia, inoltre, “beneficia anche dei programmi della Bce”.
La pandemia di Covid-19, rileva Fitch, “si è rivelata uno shock prolungato per l’economia e per i conti pubblici italiani e simile a molti paesi europei. L’accelerazione del programma di vaccinazione, il forte calo dei nuovi casi di Covid-19, insieme alla riapertura della stragrande maggioranza delle attività economiche a maggio, aprono la strada a una rapida ripresa dell’attività economica nel 2 semestre del 2021”.
L’Italia, sottolinea l’agenzia di rating, “beneficerà anche dello stimolo agli investimenti fornito dai fondi del Next Generation Eu (Ngeu)”.
Il raggiungimento di effetti duraturi di crescita attraverso il Ngeu “dipenderà dalla capacità dell’Italia ad utilizzare efficacemente i fondi e dalla capacità del governo di attuare riforme mirate”.
Fitch prevede una crescita del pil del 4,8% nel 2021, trainata da un forte rimbalzo nel secondo trimestre dell’anno e del 4,3% nel 2022.
Fitch nella sua analisi osserva che il governo guidato dal presidente del Consiglio, Mario Draghi “potrebbe durare fino a marzo 2023, quando sono previste le prossime elezioni nazionali, e almeno fino alle elezioni presidenziali previste per febbraio 2022. Il governo intende adottare riforme incentrate sulla pubblica amministrazione, sulla giustizia e sulla concorrenza come parte del Pnrr. Anche la riforma del sistema fiscale fa parte dell’agenda del Pnrr, ma potrebbe richiedere più tempo, con il governo che punta al secondo semestre del 2021. Gli sforzi di riforma dei precedenti governi in questi settori si sono fermati a causa dell’impopolarità delle riforme. La maggioranza del governo è ampia, ma riceve il sostegno di partiti ideologicamente diversi, il che può complicare il passaggio delle riforme”.