Rc auto, a luglio “impennata” dei prezzi in Sicilia - QdS

Rc auto, a luglio “impennata” dei prezzi in Sicilia

Michele Giuliano

Rc auto, a luglio “impennata” dei prezzi in Sicilia

martedì 03 Settembre 2024

L’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni riferisce un aumento dell’8,09% relativo al mese di luglio rispetto al 2023. A Messina il rialzo è sotto la media nazionale (4,7% sul 7,4%), ma è comunque la provincia in cui si spende di più

PALERMO – Un continuo aumento dei prezzi dell’assicurazione Rc auto. Una condizione che si ripete ormai da mesi, e che sta portando i costi a carico delle famiglie sempre più in alto.

Rc auto, in Sicilia la media a 376,55 euro

Se a giugno in Sicilia si pagavano mediamente 365,44 euro, a luglio si è arrivati a 376,55, con un aumento dell’8,09% su base annua (quindi in confronto alle tariffe di luglio 2023), ben più alto di quello registrato a livello nazionale, che si è fermato al 7,4%.

I dati sono stati resi noti dall’Ivass, l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, autorità amministrativa indipendente che esercita la vigilanza sul mercato assicurativo italiano. Rispetto a giugno, che aveva già segnalato un rialzo non indifferente del 6,6%, nell’Isola a luglio tale valore è stato superato di ben l’1,5%, mentre nella penisola è stato dell’1,2%.

Rc auto, a luglio nuova impennata dei prezzi

Luglio presenta di nuovo una impennata dei prezzi, rispetto a giugno che aveva presentato comunque un andamento calmierato rispetto ai primi mesi dell’anno. A livello regionale, gli aumenti maggiori in percentuale in un solo mese sono stati registrati in provincia di Caltanissetta, dove si arriva al 10%. A seguire, Catania al 9,8% e Enna al 9,3%.

Solo a Messina l’aumento si è mantenuto al di sotto dei livelli nazionali, fermandosi al 4,7%. Di converso, Messina è tra le province in un cui valore nominale è più alto, arrivando a 405 euro, contro i 398 del mese di giugno. Peggio soltanto, dove gli automobilisti si trovano a pagare un premio medio di 418 euro, contro i 407 del mese di giugno. Catania è anche l’unica provincia in cui si supera in termini di prezzo il valore medio registrato a livello nazionale, che si attesta a 416 euro.

Al contrario, i valori più bassi si registrano a Enna, a 298 euro, contro i 290 del mese precedente, seguita da Agrigento a 345 euro e Caltanissetta a 374 euro. Non bisogna dimenticare che questi prezzi sono relativi agli assicurati appartenenti alla prima classe. Per le classi di merito superiori alla prima, l’incremento di prezzo medio è del +11,5%, e in nessuna provincia è stata registrata una diminuzione.

Anche il differenziale di premio tra Napoli e Aosta, province prese a riferimento per calcolare l’ampiezza della forbice territoriale di costo, è di 270 euro, in aumento del +7,8% su base annua, anche se si mantiene ben più bassa del 2014, rispetto al quale registra una riduzione del 43,3%. “Aumenti astronomici immotivati. Nulla giustifica un balzo del genere: né l’inflazione, né il costo dei sinistri, né l’incidentalità” ha affermato Massimiliano Dona, presidente dell’Unc, Unione nazionale consumatori. “La cosa più preoccupante è che – ha continuato Dona – invece di diminuire il rialzo tendenziale, come successo nel mese di aprile, dove la corsa dei prezzi sembrava attenuarsi, si assiste a un’ulteriore allarmante accelerazione. Insomma, non si intravede la fine del tunnel”.

Si tratta, infatti, una spesa sulla quale gli utenti non hanno potere, perché necessaria ed obbligatoria, e che richiede un intervento istituzionale per rientrare nei ranghi. Senza dimenticare la disomogeneità territoriale che non trova giustificazioni: in alcune città, come Roma, il salto è addirittura pari all’11%, mentre a Prato ci si ferma al 3,1%.

Chiediamo che l’Antitrust apra un’indagine conoscitiva – ha affermato ancora Dona – per capire se queste differenze da città a città dipendano da restrizioni sul lato della concorrenza, intese restrittive o altro”. Aumenti che vanno in controtendenza anche con quanto sostenuto dall’Ivass, che disegna un quadro del settore assicurativo caratterizzato da una sostanziale serenità, con le aziende in condizioni patrimoniali stabili, una buona redditività e liquidità.

Al miglioramento del clima hanno contributo anche la riduzione dell’inflazione già avviata lo scorso anno e la riduzione dei tassi di interesse da parte della Banca centrale.

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