Recovery Fund, dal Governo elenchi di pseudo-progetti scoordinati - QdS

Recovery Fund, dal Governo elenchi di pseudo-progetti scoordinati

redazione web

Recovery Fund, dal Governo elenchi di pseudo-progetti scoordinati

lunedì 28 Settembre 2020

Lo sostiene Raffaele Lauro, segretario generale di Unimpresa. Individuare i settori da supportare per evitare che l'Ue bocci o rinvii le risorse delle quali abbiamo bisogno

“Il Governo sta stilando e pubblicizzando soltanto interminabili elenchi di pseudo-progetti scoordinati tra loro”.

È quanto dichiara il segretario generale di Unimpresa, Raffaele Lauro, riguardo al piano che l’esecutivo deve presentare all’Unione europea per accedere ai 209 miliardi di euro stanziati con il Recovery Fund.

“Non basta – ha detto Lauro – aggiungere l’aggettivo digitale per rendere un progetto prospettico e realistico. Mancano una visione unica e una strategia ben definita, per i diversi settori di intervento”.

Secondo Lauro, infatti, “per ogni iniziativa, bisognerebbe indicare il grado di fattibilità, la pianificazione finanziaria, la interconnessione settoriale e il cronoprogramma. Il timing”.

“Occorre individuare bene – ha aggiunto il segretario generale di Unimpresa – i settori che possono essere adeguatamente supportati dalle risorse messe a disposizione dall’Europa. Il che presuppone un’analisi di dettaglio degli scenari economici che oggi non c’è: la nuova globalizzazione post pandemia e i nuovi mercati concorrenziali”.

“Altrimenti – ha sottolineato – corriamo il rischio che l’Unione bocci o rinvii sine die i progetti presentati e che il nostro Paese non riceva tempestivamente le risorse di cui ha bisogno vitale. Unimpresa ha tenuto un convegno il 4 settembre, in Senato, e ha formulato al governo proposte concrete su alcune riforme strutturali indilazionabili dal fisco al sistema creditizio, dalla giustizia civile alla semplificazione”.

“Ritardi, improvvisazioni e omissioni – ha concluso Lauro – rappresenterebbero, in questa fase, una catastrofe soprattutto per il Sud, nonché l’annientamento del prezioso tessuto produttivo delle piccole e medie imprese, celebrato solo a parole”.

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