I dati: +3,4% nel primo trimestre 2024, superata la media dello 0,9%. La premier Meloni: “Frutto di politiche del Governo”. L’opposizione: “Meno trionfalismi”
ROMA – È l’Italia a registrare, tra i Paesi del G7, l’aumento più forte del reddito familiare reale pro capite nel primo trimestre dell’anno, con un segno positivo del +3,4%. Lo ha comunicato l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), sottolineando che a trainare il dato italiano è stato l’aumento della retribuzione dei dipendenti e dei trasferimenti sociali. Un andamento che ha tamponato il segno negativo che era emerso nel corso del trimestre precedente, quando a fronte di una crescita nei Paesi Ocse dello 0,5%, il Bel Paese aveva evidenziato un calo dello 0,4%.
Il reddito familiare reale pro capite dei Paesi Ocse è aumentato dello 0,9%
In linea di massima, il reddito familiare reale pro capite dei Paesi Ocse è aumentato dello 0,9% nel corso dei primi tre mesi del 2024, rispetto allo 0,3% di quello precedente. Anche il Pil reale pro capite è cresciuto, con un dato in miglioramento dello 0,3%. Tra i Paesi europei dell’area Ocse emerge il grande balzo in avanti della Polonia che registra l’aumento più elevato (10,2%), dovuto principalmente alla crescita della retribuzione dei dipendenti, delle prestazioni sociali diverse dai trasferimenti sociali e del reddito da proprietà. In particolare, l’Ocse segnala che quest’ultimo è più che triplicato in Polonia dagli ultimi mesi del 2021 in virtù delle entrate da interessi in vista dei tassi di interesse più alti.
L’Organizzazione indica anche il buono stato di ‘salute’ della Germania, per la quale si segnala una crescita netta del reddito rispetto al trimestre precedente (1,4% contro 0,1%), mentre il Pil reale pro capite è aumentato dello 0,2%. Bene anche la Francia, Paese in cui si rileva una crescita del reddito familiare pro capite dello 0,6%. Un miglioramento dovuto all’aumento delle prestazioni pensionistiche di base per tenere il passo con l’inflazione.
Tra i Paesi extra Ue, il Canada ha registrato un aumento del reddito familiare reale pro capite (0,6%), dato in crescita rispetto al quarto trimestre del 2023. Per il Regno Uniti e gli Stati Uniti la crescita è più ‘tiepida’ con un incremento, rispettivamente, dello 0,3% e dello 0,2%. Male invece la Grecia, dove si registra una contrazione del -1,9% del reddito familiare pro capite, nonostante una crescita del Pil dello 0,9%.
Il reddito reale delle famiglie italiane è cresciuto del 3,4%
“I dati economici del primo trimestre 2024 ci regalano una buona notizia per l’Italia: il reddito reale delle famiglie italiane è cresciuto del 3,4%, segnando l’aumento più forte tra tutte le economie del G7. Questo vuol dire che finalmente i redditi in Italia stanno crescendo più dell’inflazione, dopo anni di perdita di potere d’acquisto delle famiglie”, ha commentato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, attraverso un post pubblicato sul social X.
“Questo risultato, ben superiore alla media Ocse dello 0,9%, è anche frutto delle politiche del Governo che hanno concentrato gran parte delle risorse disponibili al rinnovo dei contratti, ad aumentare le pensioni, a sostenere i salari attraverso il taglio del cuneo contributivo e la riduzione dell’Irpef, e per rafforzare i trasferimenti sociali in natura”, ha aggiunto la premier. Le ha fatto eco il ministro del Turismo, Daniela Santanchè, sempre su X: “La miglior risposta a tutte le fake news sul governo arriva dall’Ocse. In Italia l’aumento maggiore del reddito reale delle famiglie: + 3,4 rispetto all’0,9 degli altri Paesi”.
Arturo Scotto, capogruppo del Partito democratico in Commissione lavoro della Camera, ha replicato a Giorgia Meloni consigliando “meno trionfalismi” sui dati Ocse: “L’incremento del primo trimestre 2024 del reddito reale delle famiglie non risolve il tema sollevato dalla stessa Ocse appena due settimana fa: l’Italia è l’unico paese dell’area Ocse che non ha visto crescere i salari reali rispetto all’inflazione dal prepandemia. Sette punti ancora sotto. A differenza di Germania, Francia e Spagna. Vuol dire che servono misure più nette e incisive per garantire una ripresa reale del potere d’acquisto dei lavoratori”.
“A partire dal rinnovo di tutti i contratti, pubblico impiego compreso, garantendo il recupero di quello che l’inflazione si è mangiato nel corso degli anni, da un cuneo contributivo strutturale e non una tantum e dal salario minimo che la destra ha colpevolmente affossato. Con meno di questo, dubito che l’Italia tornerà a crescere. Una rondine – senza misure strutturali – non fa primavera. Altrimenti è solo propaganda”, ha concluso il capogruppo del Pd.