Miliardi spesi male
Nessuno può negare che il Reddito di Cittadinanza sia stato provvidenziale per molti poveri che hanno risolto, seppure in modo minimale, i loro problemi quotidiani di esistenza. Ma esso ha comportato una dispersione di molti miliardi perché ne hanno beneficiato milioni di persone che non ne avevano diritto in quanto avrebbero potuto lavorare.
Inoltre, quella infausta legge ha avuto due ulteriori difetti: il primo, denominarsi Reddito di Cittadinanza, mentre si sarebbe dovuto chiamare assegno di povertà; il secondo difetto è che ha inserito il fantasioso obiettivo che sarebbe servito a cercare lavoro. Ricordiamo che furono chiamati tremila Navigator, i quali non erano in condizione di assolvere a questo compito, visto che non lo erano neanche per trovare lavoro a se stessi. Figuriamoci…
Sono stati così sprecati miliardi che hanno avuto solo il beneficio di attirare il trentaquattro per cento dei voti al partito proponente (Movimento Cinque Stelle) nelle elezioni del 4 marzo 2018. Finito l’effetto, vi è stato un crollo dello stesso Movimento nelle recenti elezioni del 25 settembre 2022.
L’altro disastro annunciato oggi in rassegna è quello del famoso 110%. Ne abbiamo già parlato, ma oggi vogliamo ritornarci per evidenziare ulteriormente i suoi difetti principali. Il primo riguarda la misura del provvedimento: ma quando mai si è visto che ai/alle cittadini/e si paghino le spese tecniche (antisismiche e antitermiche) e in più si regala loro il dieci per cento? Una cosa inaudita: il mondo intero si è messo a ridere.
Il secondo enorme difetto è che il tetto dei prezzi di tutte le opere e i servizi conseguenti è stato fissato in misura così elevata (tre/quattro volte quello di mercato) per cui ogni lavoro eseguito ha comportato spese tre/quattro volte superiori a quelle necessarie.
Avere esorbitato nella misura dei prezzi ha comportato un riverbero per le casse dello Stato enorme, tanto che l’attuale ministro dell’Economia e Finanze, Giancarlo Giorgetti, ha detto che i riflessi di questo provvedimento si vedranno non solo nell’attuale bilancio, ma anche nei successivi e cioé 2024/2025/2026.
Non basta. Dobbiamo ulteriormente far presente, come già fatto negli anni nei nostri editoriali, la dissennata conduzione dei governi giallo-verde e giallo-rosso per affrontare la pandemia.
Diciamo subito che vi sono scuse, in quanto la crisi ha colto alla sprovvista quei governi; era la prima volta e non si sapeva cosa fare, per cui si è improvvisata un’azione multipla per affrontare il panico che stava prendendo la popolazione.
Al di là di questo schermo giustificativo, si è dimostrata la pochezza di chi ha affrontato la pandemia, a cominciare dal giovane ministro Roberto Speranza, il quale, anche quando rilasciava interviste, era spaurito e timido, probabilmente riconoscendosi inadeguato ad affrontare un problema di quelle dimensioni.
Poi, l’avere affidato l’acquisto di beni a Invitalia e al suo presidente dell’epoca, Domenico Arcuri, è stata una cosa improvvida. Come si fa a pagare sessanta milioni di commissioni per avere acquistato le mascherine in Cina? Non era sufficiente far intervenire l’Ambasciata italiana in Cina per acquistare tali mascherine?
Altro improvvido provvedimento riguarda l’acquisto per oltre quattrocento milioni dei banchi per le scuole, finiti nei magazzini e non utilizzati, sotto la guida della ministra Azzolina.
Perché riportiamo a galla gli argomenti che precedono? Perché riteniamo che essi debbano essere chiariti e quindi approviamo la costituzione di un’apposita Commissione di Inchiesta, che già ha avuto i voti in un ramo del Parlamento e attende la sua definitiva costituzione con la seconda approvazione.
Essa dovrà chiarire agli/alle italiani/e come sono stati spesi i soldi, soprattutto per l’acquisto di enormi quantità di dosi di vaccino, pagato a un prezzo esorbitante che va tra i dodici e i quindici euro a dose; chiarire quante milioni di dosi sono state gettate via perché non utilizzate o scadute; chiarirci sull’enorme spesa in materiali necessari per l’assistenza medica – poi non tanto necessari; e tanto altro ancora non spiegato.