Analisi realizzata dall’Ufficio studi della CGIA di Mestre. Solo il 10% trova un lavoro ma costa allo Stato 52.000 euro l'anno. Sempre più persone rifiutano un lavoro (o lo fanno in nero)
Ogni posto di lavoro “creato” con il Reddito di
Cittadinanza (RdC) è costato allo Stato almeno 52 mila euro.
Oltre il doppio di quanto spende annualmente un
imprenditore privato per un operaio a tempo indeterminato full time che,
mediamente, costa attorno ai 25 mila euro.
A questa conclusione è giunta un’analisi realizzata
dall’Ufficio studi della CGIA. Come si è arrivati a questo risultato?
A fronte di poco più di un milione di persone in
difficoltà economica che, titolari del reddito di cittadinanza, hanno
manifestato la disponibilità a recarsi in ufficio o in fabbrica, gli ultimi
dati disponibili ci dicono che solo 152 mila hanno trovato un posto di lavoro
grazie al sostegno dei navigator.
Ipotizzando che i titolari del RdC lo abbiano
ricevuto per almeno un anno prima di entrare nel mercato del lavoro, percependo
così quasi 7 mila euro, possiamo approssimativamente stimare che l’Inps abbia
sostenuto, per 1.150.000 persone disponibili a lavorare, una spesa di 7,9
miliardi di euro, pari a poco più di 52.000 euro se rapportata a ogni singolo
neoassunto.
Un costo che appare eccessivo per un numero così
limitato di persone entrate nel mercato del lavoro grazie al RdC.
Il Reddito non è efficace per combattere la
disoccupazione
Intendiamoci, in un Paese civile e avanzato chi si
trova in uno stato di povertà ed esclusione sociale va aiutato, anche
attraverso l’erogazione di un reddito di cittadinanza. Altra cosa è ipotizzare
che un aiuto economico possa concorrere a far entrare nel mercato del lavoro il
destinatario della misura. I dati appena descritti e quelli che illustreremo
successivamente dimostrano il contrario. Secondo la CGIA, pertanto, chi è in
difficoltà economica va assolutamente aiutato, ma per combattere la
disoccupazione il RdC ha dimostrato di non essere uno strumento efficace.
In 2,5 anni spesi 19,6 miliardi
Dalla prima metà del 2019 – periodo in cui è entrato
in vigore il RdC – fino alla fine di quest’anno, l’investimento dello Stato per
questa misura ammonta a 19,6 miliardi3 : 3,8 nel 2019, 7,2 nel 2020 e 8,6
miliardi per l’anno in corso. Per il 2022 è prevista una spesa di 7,7 miliardi.
E’ importante sottolineare che per l’anno 2019 e 2020 le cifre si riferiscono a
quelle effettivamente spese, mentre per gli anni successivi si fa riferimento
alle risorse stanziate.
Chi si “offre”
ai navigator non ha esperienza lavorativa
Secondo l’ANPAL, le persone che percepiscono il RdC
sono difficilmente occupabili. L’Agenzia, infatti, stima che la probabilità di
rimanere disoccupato a distanza di 12 mesi sfiora il 90 per cento. Ciò è
ascrivibile al fatto che questa platea di soggetti ha una insufficiente
esperienza lavorativa alle spalle. L’INPS, infatti, analizzando lo storico
contributivo di queste persone nella classe di età tra i 18 e i 64 anni,
segnala che solo un terzo ha avuto un’occupazione in passato. Pertanto, spesso
ci troviamo di fronte a soggetti a forte rischio di esclusione sociale, ovvero
in condizioni di povertà economica e di grave deprivazione materiale. Trovare
un lavoro a queste persone potrebbe addirittura costituire per loro un problema
a causa del precario equilibrio psico-fisico in cui versano.
Solo 152 mila hanno trovato stabilmente un lavoro
Secondo i dati dell’Inps riferiti ad agosto 2021, le
persone destinatarie del RdC erano 3,5 milioni, pari a poco meno di 1,5 milioni
di nuclei famigliari. L’importo medio mensile erogato è di 579 euro. Tra questi
3,5 milioni di percettori del reddito, gli over 18 che hanno sottoscritto il
Patto per il Lavoro (ovvero si sono resi disponibili a trovare un’occupazione),
sono – secondo l’ANPAL – 1,15 milioni, mentre la Corte dei Conti sottolinea che
coloro che hanno trovato un’occupazione stabile sono poco più di 152 mila.
Il 20% abita nelle province di Caserta e Napoli
I dati a livello provinciale ci dicono che nelle
province di Caserta (147.036) e di Napoli (555.646) si concentrano
complessivamente quasi 703 mila beneficiari del RdC. Se questi ultimi li
rapportiamo al numero totale presente in Italia (3.550.342), in queste 2
province campane si concentra il 20 per cento circa dei percettori totali di
questa misura. Come era prevedibile, altrettanto significativo è il numero di
RdC erogati dall’Inps nelle grandi aree metropolitane: a Roma sono 240.065, a
Palermo 212.544, a Catania 169.250, a Milano 122.873, a Torino 104.638 e a Bari
92.233.
I dati della Sicilia
In totale nella nostra Isola si contano 699.810
persone che sono beneficiarie di reddito di cittadinanza o pensione di
cittadinanza. Questo significa che, su 3.992.000 persone in età da lavoro (over
18), quasi una su sei (5,7) beneficia di questi contributi (628 euro il Rdc medio
in Sicilia, 261 euro la pensione di cittadinanza media). Come già detto è
Palermo la città con più percettori: 221.112, seguita da Catania (175.597) e
Messina (67.135)