Reddito di cittadinanza, Tridico, "Sorpresa, fa bene al pil" - QdS

Reddito di cittadinanza, Tridico, “Sorpresa, fa bene al pil”

redazione web

Reddito di cittadinanza, Tridico, “Sorpresa, fa bene al pil”

venerdì 17 Settembre 2021

Secondo il presidente dell'Inps "con cig e bonus ha ridotto del 55% perdita di reddito durante pandemia consentendo l'immediata ripresa economica dell'Italia". E Fitch rivede le nostre stime al rialzo

“Le misure di contrasto alla povertà come il reddito di cittadinanza e di sostegno al reddito come la cig e i bonus hanno permesso durante la pandemia una riduzione della perdita del reddito del 55%, mettendo il Paese nelle condizioni di ripartire subito”.

L’affermazione del presidente dell’Inps, Pasquale Tridico nel presentare, nella Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, il ventesimo Rapporto annuale dell’Istituto, è decisamente destinata a far discutere dopo la pioggia di critiche, in particolare di una certa destra che pure l’aveva votato, come la Lega, sul provvedimento-simbolo del M5s.

Fitch, rialzo nelle stime dell’Italia

La notizia fa il paio con quella dell’agenzia di rating Fitch che ha rivisto, al rialzo, le previsioni sul pil dell’Italia di Mario Draghi.

La ripresa italiana ha “sorpreso” anche l’agenzia di rating che nel nuovo Global Economic Outlook annuncia di avere “rivisto al rialzo le nostre previsioni di crescita del Pil 2021 per l’Italia al 5,7%, dal 4,8% di giugno”.

Una revisione che, sottolinea, “è in gran parte il risultato di un risultato di crescita molto forte nel secondo trimestre con un aumento del 2,7%, al di sopra delle nostre aspettative di +1,4%”.

Elemento chiave, spiega Fitch, la “ripresa più rapida del previsto nell’attività dei consumatori” – e in questo il reddito di cittadinanza potrebbe avere influito in maniera considerevole – dopo la revoca delle maggior parte delle restrizioni.

L’agenzia ritiene “che gran parte di questo slancio persisterà nel prossimo trimestre” anche per l’andamento della pandemi.

L’agenzia stima che l’inflazione raggiunga il 2,3% nel 2021, rispetto all’1,7% stimato in precedenza. Nel complesso, Fitch prevede che l’economia italiana torni al livello pre-pandemia nel secondo trimestre 2022.

Reddito di cittadinanza anche in futuro

E Tridico ha promosso il Reddito di cittadinanza non solo per il passato: “Anche in questa nuova fase di ripresa – ha detto – la misura si conferma uno strumento fondamentale di contrasto alla povertà”.

Parlando del documento che illustra l’attività e il ruolo dell’Inps nel sistema di welfare nazionale e nell’attuale contesto socioeconomico del Paese, Tridico ha sottolineato come i numeri analizzati dal Rapporto evidenzino come prima della pandemia il reddito di cittadinanza avesse “arrestato il trend di aumento della povertà assoluta (passato negli indici Istat dal 1,66 del 2006 al 5,04 del 2018, e poi sceso nel 2019, anno di attivazione del reddito, a 4,59), riducendo sia la distanza tra il 20% più povero e quello più ricco dell’indice di povertà, così come l’intensità della povertà e la disuguaglianza”.

Il profilo dei percettori

“La distribuzione geografica dei percettori – ha sottolineato Tridico – ricorda poi che ha maggior diffusione in zone con contribuenti Irpef più poveri e maggiore presenza di famiglie con potenziale disagio economico”.

Su circa tre milioni di percettori del reddito di cittadinanza, circa la metà nel 2020 risultava composta da minori (circa 800 mila), invalidi (400mila) e pensionati di cittadinanza (200mila).
Inoltre, il reddito di cittadinanza ha messo in luce il vero problema, ovvero l’ampiezza della platea di “working poor”, coloro che hanno poche settimane o mesi di lavoro l’anno e quindi salari troppo bassi per migliorare la propria condizione”.

Nessuno spiazzamento sul mercato

“Il reddito di cittadinanza non può aver creato spiazzamento sul mercato, – ha poi sottolineato Tridico – perché circa due terzi della platea a cui ha dato e dà sostegno o non è occupabile o non è quella ricercata dal mercato”.

Invece attraverso un salario minimo si ottengono, ha concluso il presidente dell’Inps, “impatti positivi per la finanza pubblica, effetti redistributivi sulle famiglie e di contrasto alla povertà, una riforma aumenterebbe significativamente il reddito disponibile dei decimi più bassi della scala di distribuzione del reddito”.

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