Referendum sulla Giustizia: aborto democratico - QdS

Referendum sulla Giustizia: aborto democratico

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Referendum sulla Giustizia: aborto democratico

Giovanni Pizzo  |
lunedì 13 Giugno 2022

La mancata partecipazione al voto ha segnato un ulteriore vulnus alla partecipazione democratica in questo Paese, in particolare per il referendum

La mancata partecipazione al voto ha segnato un ulteriore vulnus alla partecipazione democratica in questo Paese, in particolare per il referendum. Varie sono le cause. Un silenzio mediatico assordante sui quesiti referendari, scarsa sensibilità delle Istituzioni, che preferiscono prudenza e conservazione. I quesiti più rilevanti sono stati cassati a monte, e quelli residuali erano di difficile lettura per l’italiano medio.

È chiaro che la crisi della giustizia dopo innumerevoli scandali, Palamara, Amara Saguto, è ineludibile. Ma è anche chiara la paura ed i sensi di colpa dei legislatori, ed il referendum serviva proprio a questo.

Ma l’astensione è enorme anche sul voto comunale, quello che riguarda i servizi direttamente offerti ai cittadini, che dovrebbero più interessarli. Il caso eclatante Palermo, quinta città d’Italia, diserzione dei presidenti di seggio in massa, creando un vulnus di democrazia che allontanerà sempre più dai seggi il cittadino.

Alcuni sostengono che la causa principale sia la partita della serie B. Ma la partecipazione di presidenti e scrutatori non è gratuita. A Palermo c’è quasi un percettore di reddito di cittadinanza su tre cittadini, ed è la stessa percentuale di assenza dei presidenti di seggio. Solo una causalità?

Tutto questo deteriora il principale diritto di una democrazia liberale, che non ci è stata regalata, è costata milioni di morti.  Ormai i cittadini si chiedono a cosa serve votare, pensano che le decisioni volino troppo alto sopra le loro teste, e spesso anche sopra quelle dei loro rappresentanti, sempre più cooptati e sempre meno votati.

È un cane che si morde la coda, meno si va a votare e meno il voto viene percepito utile per la propria vita quotidiana. Spesso è effetto della globalizzazione, delle concentrazioni di potere decisionale. Un missile in Ucraina fa alzare il prezzo della nostra benzina o del nostro panino. Ma non tutto può essere spiegato così. Non è la guerra che non fa riuscire a seppellire le bare a Palermo, o consente una giustizia spesso ingiusta, più interessata a potere e carriere che fornire equità ed equidistanza di decisioni.

Nel ’45 era stata concepita la democrazia, oggi sta abortendo.

Così è se vi pare.

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