L’Ufficio centrale per il referendum, organo istituito presso la Corte suprema di Cassazione con il compito di valutare la regolarità delle richieste referendarie, ha dato il via libera alle quattro proposte di referendum in materia di giustizia avanzate da un gruppo di parlamentari appartenenti sia alla maggioranza sia all’opposizione.
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Nell’ordinanza emessa, i giudici della Cassazione hanno stabilito che tutte le richieste presentate rispettano i criteri stabiliti dall’articolo 138 della Costituzione, che disciplina il procedimento di revisione costituzionale, e dalla legge 352 del 1979, normativa che definisce le procedure per lo svolgimento dei referendum popolari, sia abrogativi che confermativi. Ciò significa che, secondo l’Ufficio, le domande referendarie risultano formalmente corrette, regolarmente sottoscritte e formulate in modo conforme ai requisiti di legge.
Dopo la decisione, l’ordinanza deve essere trasmessa senza indugio alle principali cariche istituzionali. Il provvedimento sarà dunque inviato in copia autentica al Presidente della Repubblica, ai Presidenti di Camera e Senato, al Presidente del Consiglio dei ministri e al Presidente della Corte Costituzionale, affinché ciascuna istituzione possa avviare i passaggi di propria competenza.
La Cassazione ha inoltre stabilito che l’ordinanza dovrà essere notificata entro cinque giorni dal deposito ai delegati dei parlamentari firmatari, i quali saranno tenuti a seguire l’iter successivo che porterà, se tutti i passaggi saranno confermati, alla convocazione della consultazione popolare.
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