La questione è semplice: ogni cittadino che lavora nella Pubblica amministrazione e che percepisce un compenso pagato dalla fiscalità generale ha il dovere di rendere conto di ciò che produce.
Intendiamoci, non produzione in senso economico, bensì nel senso che deve conseguire risultati, che costituiscono il servizio necessario ai cittadini per i quali, lo ripetiamo, esso è pagato.
La responsabilità di ottenere risultati è ovviamente dei dirigenti, i quali, una volta ricevuto l’indirizzo politico dal Presidente della Regione e dal Governo, devono provvedere a trasformarlo in atti perché esso si riversi nei confronti di imprese, cittadini ed enti locali.
La burocrazia costituisce l’importantissima cinghia di trasmissione fra il ceto politico e i cittadini. Questi ultimi eleggono i propri rappresentanti affinché prendano decisioni congrue ed obiettive; ma poi tali decisioni devono essere tramutate in atti operativi, appunto, dalla burocrazia.
Quanto descritto, purtroppo, non avviene, con la conseguenza che gli atti di governo rimangono senza attuazione oppure hanno una parziale attuazione che li rende, di fatto, inefficaci.
Con la conseguenza che la mancanza di risultati non viene addebitata alla burocrazia, bensì al ceto politico, perché i cittadini se la prendono col Presidente della Regione, i suoi assessori o, in campo locale, con i sindaci e i loro assessori.
C’è una sorta di ribaltamento delle responsabilità dei dirigenti pubblici, i quali non attuano le disposizioni ricevute. Ma questo ribaltamento non è percepito dai cittadini.
Intendiamoci, noi non prendiamo le difese del ceto politico, anche perché non le merita, in quanto, se i propri dipendenti (dirigenti regionali ed i loro subordinati) non eseguono ciò che ha stabilito, ne consegue una diretta responsabilità.
Infatti chi è posto ai vertici istituzionali deve possedere le competenze, l’intelligenza e gli attributi mentali per far sì che le proprie disposizioni vengano osservate e messe in pratica senza ritardi o impedimenti.
Il Presidente della Regione, Nello Musumeci, ha dichiarato pubblicamente e in più occasioni che si ritiene quasi prigioniero della burocrazia regionale. Noi gli abbiamo più volte suggerito che, nella sua qualità, ha uno strumento formidabile di direzione e cioé il decreto presidenziale.
Egli, infatti, ha il potere-dovere di attuare il programma per cui è stato eletto e non ci può essere nessuno, ma proprio nessuno, che gli impedisca di portarlo a compimento.
Il Presidente ci mette la faccia ed è in gioco il suo futuro politico. Più volte ha dichiarato che proporrà la sua candidatura per il secondo mandato, se riuscirà a realizzare almeno i sei decimi del suo programma.
Forse è anche questa la ragione per la quale i suoi avversari, attraverso la burocrazia ostile, cercano di non farlo giungere a tale obiettivo.
è benvenuta la sua reazione e cioé che egli intende non solo mostrare i muscoli istituzionali, ma anche adoperarli affinché finalmente le direttive sue e del suo Governo vengano attuate senza ritardi ed ostruzione.
La crisi economica e sociale che attanaglia la Sicilia è enorme ed ancora non se ne distinguono tutti gli effetti. L’estate addormenta certi bisogni, ma l’autunno è alle porte e con l’arrivo del freddo, nonché con il probabile risveglio dell’epidemia appena superata, i problemi si presenteranno in tutta la loro gravità.
Per affrontare gli stessi è necessaria un’enorme forza mentale e decisionale secondo la quale tutta la Regione deve funzionare come una grande famiglia, come un corpo unico per produrre a getto continuo tutti quei provvedimenti necessari per riattivare la ruota economica tristemente fermatasi.
Esprimiamo perciò forte solidarietà nei confronti di Nello Musumeci e ci auguriamo che egli metta in atto i suoi propositi uscendo dalle intenzioni ed entrando in atti concreti.
Vanno risolti subito i problemi: rifiuti solidi urbani, siti ad alto rischio idrogeologico, cantieri bloccati, scioglimento del Consorzio autostrade siciliane, eliminazione delle partecipate che perdono, interventi nella rete idrica che disperde il 50% d’acqua, riattivazione dei depuratori guasti e via enumerando. Buon lavoro”!
