Regione: assunzioni bloccate, il rimedio c’è - QdS

Regione: assunzioni bloccate, il rimedio c’è

Carlo Alberto Tregua

Regione: assunzioni bloccate, il rimedio c’è

giovedì 05 Gennaio 2023

Concorsi interni e formazione

L’accordo fra Regione e Stato ha comportato il blocco delle assunzioni per i prossimi sette anni. Ma non sembra un grave problema, almeno dal punto di vista quantitativo, perché se anche l’organico scendesse di qualche migliaio di unità, si potrebbe considerare sempre eccessivo rispetto a un nuovo modello, condensato nel “Piano organizzativo dei servizi” (Pos).

La questione che invece emerge nella sua crudezza e pericolosità riguarda la qualità del lavoro di dirigenti e dipendenti, perché vi è generalmente una carenza di competenze e mancanza di metodo, per fissare gli obiettivi, improntato a produttività, merito e responsabilità. L’abbiamo scritto più volte, per cui risultiamo noiosi.
Quando mancano i valori etici – che debbono essere la parte essenziale di un rapporto di lavoro – per determinare con chiarezza doveri e diritti, lo stesso rapporto di lavoro non funziona in quanto manca il necessario bilanciamento fra prestazioni e controprestazioni proprie di un contratto sinallagmatico.

Sentiamo un’osservazione comune che si erge dai meandri oscuri della Regione: ma senza competenze non possiamo produrre i servizi necessari ai/alle cittadini/e; non possiamo utilizzare i fondi europei, quelli del Pnrr e gli altri statali; non possiamo far funzionare il servizio sanitario e via enumerando con un’elencazione di tutte le lamentele di questo mondo proprie degli incapaci e degli incompetenti.
Però un risposta c’è e riguarda la possibilità di bandire concorsi interni cui possano partecipare tutti i dipendenti e dirigenti della Regione, previa opportuna formazione qualificata e mirata al superamento del predetto concorso interno.

Siamo convinti che fra i circa diecimila dipendenti e dirigenti della Regione ve ne saranno centinaia pronti al sacrificio dello studio e all’apprendimento di una preparazione idonea ad affrontare un concorso interno.
Quanto scriviamo è chiaro, è semplice, è quasi intuitivo. Non ci spieghiamo perché esso non venga attuato costantemente da tutti coloro che si trovano nella condizione descritta.

La Regione giustifica il suo malfunzionamento sostenendo che esso sia conseguenza della carenza di personale. L’osservazione è smentibile considerando la quantità di dipendenti che hanno le altre Regioni a Statuto speciale come la Sicilia in relazione alla popolazione. Per cui non è pensabile che qui vi sia questo eccesso di personale mentre altrove si possa andare avanti con una quantità di dipendenti molto inferiore.

Si scriveva del “Piano organizzativo dei servizi”, il quale comprende obiettivi chiari e concreti determinati da enti esterni alla Regione. Un “Pos” che spinga verso la digitalizzazione totale della Regione (per evitare corruzione e favoreggiamenti), verso la specializzazione per competenza di dirigenti e dipendenti, verso l’inculcamento nella loro mente che sono al servizio dei/delle cittadini/e e non viceversa e, ancora, un “Pos” che, senza ulteriori rinvii, provveda all’installazione dei totem, attraverso i quali a ogni cittadino/a che si rechi in un ufficio regionale dovrebbe essere chiesto il suo gradimento, espresso schiacciando le faccette luminose: rossa, gialla, verde.

Dopo il sonno trentennale di questa Regione, è il momento di scrollarsi tutte le incrostazioni, le pessime abitudini, i cattivi modi di agire e quant’altro. Il nuovo nocchiero, Renato Schifani, ha l’esperienza, l’autorevolezza e la forza per dare una svolta al funzionamento di questa immensa macchina, per trasformarla da un plantigrado a un treno ad alta velocità.

Certo, il processo di trasformazione non può essere di brevissima durata, ma non può durare neanche anni perché i tempi di utilizzazione delle somme del Pnrr, del Piano operativo europeo 21/27 e dei Fondi di sviluppo e coesione statali sono relativamente brevi, per cui bisogna correre e correre, senza inciampare.

Qui non si tratta di penalizzare questo o quello, ma di chiamare tutti i dirigenti e i dipendenti della Regione, anche quelli dislocati nelle nove province e gli altri distaccati in enti statali, perché si diventi un’orchestra con un suono unico, stabile, melodioso e organico.
Un’utopia? Thomas More scrisse Utòpia nel 1516. Fate voi.

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