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Regione, il nuovo codice di comportamento per i dipendenti: riferimenti a uso dei social network

Regione, il nuovo codice di comportamento per i dipendenti: riferimenti a uso dei social network
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Il provvedimento con cui il presidente ha varato il nuovo codice, che è rivolto tanto ai dirigenti quanto a chi lavora in posizioni non apicali, risale allo scorso mese di gennaio

Con le nuove tecnologie non cambia soltanto il modo di lavorare, ma anche il perimetro delle attività che sono ritenute legittime sul posto di lavoro. Ne sanno qualcosa i dipendenti della Regione Siciliana a cui da qualche giorno è stato notificato il nuovo codice di comportamento, frutto di un aggiornamento approvato dal governo Schifani.

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Il provvedimento con cui il presidente ha varato il nuovo codice, che è rivolto tanto ai dirigenti quanto a chi lavora in posizioni non apicali, compreso chi si trova in posizione di comando assegnato temporaneamente agli uffici della pubblica amministrazione regionale, risale a gennaio.

A fine aprile, invece, è stata diramata una circolare da parte del Servizio 15 dell’assessorato alla Funzione Pubblica per rendere note le modifiche e integrazioni alla precedente versione.

L’uso dei social network

Il nuovo codice in molti casi è stato depurato da riferimenti normativi superati e, di conseguenza, aggiornato in modo tale da essere allineato alle norme di livello superiore che sono state adottate.
Un caso è rappresentato dal riferimento ai limiti previsti per la ricezione, da parte dei dipendenti regionali, di regali, compensi e altre utilità. “Viene ora previsto il rinvio all’articolo 4 del D.P.R. n. 62/2013, secondo cui il dipendente non può accettare, per sé o per altri, regali o altre utilità salvo quelli d’uso di modico valore”, viene specificato. Il divieto, va specificato, era presente anche in precedente ma era definito in modo più generico. Senza la postilla riguardante il “modico valore”.

Quelle che invece sono inevitabilmente assolute novità sono i passaggi riguardanti l’uso delle nuove tecnologie e del web. “Il servizio internet va utilizzato esclusivamente per motivi legati all’attività lavorativa, in modo responsabile, secondo buona fede, nel rispetto della sicurezza del sistema informatico dell’amministrazione”, si legge, specificando che è vietato “accedere a siti web che abbiano contenuti contrari alla legge, all’ordine pubblico e al buon costume; effettuare il download di files e materiali digitali con contenuto osceno, blasfemo, diffamatorio, discriminatorio, o che possano determinare violazioni del copyright in ambito nazionale ed internazionale; accedere a siti web di giochi on-line; effettuare, per fini estranei all’attività lavorativa, qualunque genere di transazione finanziaria e acquisti o prenotazioni on-line”.

La sicurezza informatica

Il codice fa riferimento anche al tema sicurezza negli ultimi anni sempre più percepito come fondamentale. Tra ciò che è vietato c’è “installare dispositivi atti ad intercettare, modificare, falsificare, alterare o sopprimere il flusso dei dati che transitano nella rete regionale”.

A ciò si aggiungono altre prescrizioni. “Il dipendente è responsabile della corretta custodia delle risorse informatiche in dotazione (hardware e software) così come delle informazioni in esse contenute, deve utilizzare le stesse risorse per assicurare lo svolgimento dell’attività di servizio ed è tenuto a rispettare le indicazioni e le misure di sicurezza fornite dall’Amministrazione – si legge – In caso di furto o smarrimento di apparecchiature informatiche o telematiche o altri dispositivi mobili di proprietà dell’amministrazione, compresi i dispositivi di identificazione/autenticazione forte (smart card, token Otp, etc.) il dipendente assegnatario, oltre ad attenersi alle disposizioni previste per la perdita di beni della Regione Siciliana, deve darne immediata comunicazione al personale preposto alla gestione degli incidenti informatici. I dispositivi di identificazione-autenticazione forte – continua il codice – sono affidati al singolo utente, che ne risponde personalmente e non devono essere mai ceduti, ancorché temporaneamente, a terzi, ivi compresi collaboratori, colleghi o persone di stretta fiducia”.

La questione pantouflage

Nonostante sia da diversi lustri legge dello Stato, fino a ora il codice comportamentale dei dipendenti della Regione Siciliana non aveva riferimenti ai divieti di pantouflage. Con questa espressione si fa riferimento al meccanismo delle porte girevoli, ovvero il passaggio da settore pubblico a privato (o viceversa) e gli effetti che ciò può determinare in fatto di distorsione del mercato e della libera concorrenza.

La legge prevede che per un periodo di tre anni il funzionario pubblico che ha avuto “poteri autoritativi o negoziali” per conto dell’amministrazione non possa essere assunto dalle imprese che hanno avuto rapporti con lo stesso ramo della pubblica amministrazione per cui il dipendente lavorava. Nella versione precedente del codice era previsto più genericamente che “il dipendente non accetta incarichi di collaborazione da soggetti privati che abbiano, o abbiano avuto nel biennio precedente, un interesse economico significativo in decisioni o attività inerenti all’ufficio di appartenenza”.