La nota trasmissione televisiva ideata da Antonio Ricci ha puntato i riflettori sulla pesante bocciatura dei 31 progetti per l’agricoltura presentati dalla Regione
Striscia la notizia ha ripreso l’inchiesta del nostro quotidiano “Sicilia, i dirigenti ‘marziani’ della Regione, 7,5 milioni di premi mentre i siciliani fanno la fame”.
La nota trasmissione televisiva ideata da Antonio Ricci ha puntato i riflettori sulla pesante bocciatura dei 31 progetti per l’agricoltura presentati dalla Regione e ha mostrato nel servizio andato in onda lunedì 11 ottobre la nostra inchiesta sui premi di risultato ai dirigenti regionali.
Perché? “Mancavano dati importanti e documentazioni. Si è notato – spiega Stefania Petyx nel servizio – che lo stesso perito si trovava nello stesso momento in due parti della Sicilia”.
“Eppure alla faccia degli agricoltori rimasti a bocca asciutta – prosegue l’inviata – questi burocrati bocciati noi da anni li premiamo lautamente con ricchi bonus di produzione”.
Ricostruiamo brevemente i fatti. L’Isola ha fatto en plein di… boccature: tutti i progetti per l’agricoltura presentati dalla Regione sono stati scartati da Ministero per le Politiche agricole perché non rispettavano i requisiti richiesti. Un record che nessuno ci invidia ma soprattutto una perdita di risorse preziosissime per il settore: 422 milioni di euro volati via.
Le giustificazioni dell’assessore Scilla
La Regione grida al complotto denunciando l’ostilità di Roma nei confronti della agricoltura siciliana: “Apprendiamo dal Mipaaf – ha dichiarato l’assessore regionale all’Agricoltura e sviluppo rurale, Toni Scilla che solo 31 dei 63 progetti presentati dalla Sicilia sono stati presi in considerazione attraverso il decreto di approvazione degli elenchi dei progetti ammissibili e non ammissibili a finanziamento con fondi afferenti al Pnrr per investimenti nella resilienza dell’agrosistema irriguo. E questo lo dice lunga sulla recidiva ostilità di Roma nei confronti della agricoltura siciliana”.
La versione del Mipaaf
Il Mipaaf è di tutt’altro avviso: “Nessuno dei progetti presentati è risultato ammissibile ma per motivi meramente tecnici” ha dichiarato il ministro delle politiche agricole Stefano Patuanelli durante il question time alla Camera.
Nel comunicato pubblicato sul sito del Dicastero retto da Patuanelli viene chiarito che “Nessuno dei 31 progetti di investimento, presentati dai Consorzi ed Enti siciliani, ha intercettato tutti i criteri previsti per la selezione dei Progetti irrigui sul PNRR”.
I criteri di ammissibilità dei progetti
“I criteri di ammissibilità per
ottenere il finanziamento con i fondi del Piano nazionale di ripresa e
resilienza sono 23 e riguardano tra gli altri punti il livello di esecutività
dell’opera, l’entità del risparmio idrico, la superficie oggetto di intervento,
le tecnologie utilizzate e i benefici ambientali prodotti. Per essere ammessi,
i progetti dovevano soddisfare tutti i 23 criteri previsti; di conseguenza, se
anche un solo criterio non è stato soddisfatto, il progetto non può essere
ammesso”.
“Alla data di scadenza utile per la presentazione dei progetti su PNRR, erano presenti in totale 61 progetti di Enti irrigui della Regione Siciliana. Per 32 progetti è stata inserita come Fonte di finanziamento ‘Recovery Plan – Mipaaf, per uno i termini di inserimento erano errati. Pertanto gli Enti della Regione Siciliana hanno presentato in totale 31 progetti su PNRR. I rimanenti progetti non sono stati candidati sul Recovery Plan”.
Il servizio di Striscia la notizia sui progetti bocciati in Sicilia
Qui entra in gioco nel servizio
di Striscia il nostro quotidiano: i nostri dirigenti regionali percepiscono infatti
lauti premi di risultato per meriti che si fatica – e non poco – a rilevare. Sono
7,5 i milioni stanziati nell’esercizio finanziario 2020 per le indennità di
risultato del 2019. Tanto quanto l’anno precedente.
Da quella data poco o nulla è
cambiato. A fronte della diminuzione dei dirigenti, scesi sotto quota 900
principalmente per effetto dei pensionamenti, la cifra in bilancio per i premi
di risultato dell’anno 2020 è rimasta pressoché la stessa – 8 milioni – e la si
può rilevare nella sezione “Performance” presente sul sito istituzionale della
Regione siciliana.
A cambiare invece è l’importo
medio: a ciascun dirigente spetterà infatti un extra di oltre 9.000 euro in
media per quelle che in gergo tecnico si chiamano indennità di risultato e che,
in soldoni, sono premi.
Se la matematica non è un’opinione, ciascun dirigente riceverà dunque una fetta di torta più grande rispetto all’anno precedente perché la somma stanziata nel 2020 è sostanzialmente uguale a quella dell’anno precedente ma i dirigenti sono di meno: Otto milioni diviso gli 866 dirigenti operativi al 31 dicembre 2020 – sempre secondo i dati pubblicati sul sito della Regione – equivalgono infatti a 9.200 euro a testa. Mica spicci.
Paola Giordano