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Regione, incrementare il turismo interno

Regione, incrementare il turismo interno
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Attivare il turismo interno in Sicilia significherebbe promuovere almeno dai tre ai quattro milioni di pernottamenti

Il Pil si misura in miliardi, non in percentuali, come abbiamo scritto più volte, perché esse sono ingannatrici della pubblica opinione, in quanto non dicono la verità. Abbiamo diverse volte spiegato come un aumento percentuale più alto, partendo da una cifra bassa, sarà in ogni caso inferiore di un incremento proporzionale più basso che parte da una base maggiore.

Ora, parlando di miliardi, il Pil della nostra Isola è fermo dal 2000, tenuto conto dell’inflazione. Ciò significa che lo stato di salute dei/delle siciliani/e è malconcio come lo era un quarto di secolo fa. Di chi è la responsabilità? Ovviamente di tutti coloro che hanno governato la Sicilia, ma anche di tutti i vertici dello Stato siciliani che da Roma non hanno fatto quello che i loro colleghi del Nord hanno fatto per i rispettivi territori.

Anche in questi giorni vi sono notizie di somme per investimenti sottratte alla Sicilia e destinate alla Lombardia e al Veneto. Che fanno i ministri siciliani di fronte a queste distrazioni? Non ne abbiamo notizia.

L’incipit che precede introduce il cespite a maggior sviluppo che ha la Sicilia e cioè il turismo. I venti/ventidue milioni di presenze, ovvero di pernottamenti, sono una cifra estremamente bassa se confrontata con quelli del Veneto, dell’Emilia Romagna o della Toscana.
Dunque, anche qui vi è una precisa responsabilità di chi ha governato la Sicilia per non aver capito che la regione italiana che ha il maggior numero di tesori naturalistici, paesaggistici, storici, gastronomici e via elencando non può essere fanalino di coda per le presenze di turisti.

Non ci risulta che gli assessori al ramo di tutte le Giunte regionali di questo secolo abbiano avuto la capacità di predisporre un piano di forte sviluppo del turismo, che ha in radice un’organizzazione professionale, efficiente e funzionale.

È inutile girarci intorno, se non vi sono risultati apprezzabili in rapporto a quelli delle altre regioni, significa che chi predispone i piani è incapace, professionalmente parlando, si intende.
E anche quest’anno non vi sono programmi di sviluppo del turismo, che si misura con l’indice più probante: i pernottamenti.

Per esempio, l’abbiamo scritto più volte, il presidente della Regione dovrebbe costituire una task force da inviare a Roma, Milano, Bruxelles e Berlino per tentare di portare in Sicilia i congressi nazionali che attualmente si svolgono in queste città, ai quali partecipano normalmente centinaia o migliaia di componenti, soprattutto nei periodi invernali, quando il turismo di per sé rallenta.

Questa attività dev’essere anche promozionata con la comunicazione. Vediamo in tutte le televisioni e nelle pagine dei quotidiani nazionali le pubblicità del Trentino, del Friuli-Venezia Giulia, del Veneto, che mostrano le loro bellezze, capaci di attirare milioni di italiani/e. Fra l’altro questa pubblicità attinge a fondi europei, quindi quando non si agisce di conseguenza non si tratta di mancata disponibilità finanziaria, bensì di mancata professionalità.
La questione è che l’assessore al ramo dovrebbe essere un professore di organizzazione, di marketing o di turismo. Insomma, un vero competente, così come i direttori generali e i loro subordinati.

È la competenza che fa muovere la ruota dell’efficienza e che fa ottenere risultati, non le chiacchiere vuote. Purtroppo vi sono rappresentanti che per vari motivi non giustificabili non adempiono al proprio compito, ma che non sono puniti in alcun modo. È questo il terribile vortice nel quale è imprigionata la nostra Isola da un quarto di secolo e dal quale non riesce a tirarsi fuori, nonostante in quest’ultimo periodo il presidente Schifani stia facendo ogni sforzo per smuoverla dale sabbie mobili. Di questo bisogna dargli atto.

Per ultimo, vogliamo segnalare un’attività turistica che qui non si fa e cioè il turismo interno. Vi sono cittadini/e dell’Occidente che non conoscono i territori dell’Oriente dell’Isola e altri del Nord della Sicilia che non conoscono il Sud della stessa. Attivare il turismo interno significherebbe promuovere almeno dai tre ai quattro milioni di pernottamenti, con un incremento economico notevole e l’effettivo aumento del Pil, in miliardi e non in percentuale.