Il piano di contrasto alla siccità del governo Schifani passa anche dall'ampliamento del parco mezzi per gestire le emergenze derivanti dall'assenza di acqua nei rubinetti.
Diciassette autobotti da far arrivare entro i primi mesi del nuovo anno. Il piano di contrasto alla siccità del governo Schifani passa anche dall’ampliamento del parco mezzi per gestire le emergenze derivanti dall’assenza di acqua nei rubinetti.
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L’11 novembre scadranno i termini di un bando di gara pubblicato lo scorso 23 ottobre. L’acquisto sarà finanziato con parte dei fondi che l’Assemblea regionale nei mesi scorsi ha stanziato per incrementare il contributo di 20 milioni di euro assegnato dal governo nazionale in seguito alla dichiarazione dello stato d’emergenza per l’isola.
Appalto da oltre due milioni
Per la fornitura delle autobotti – di cui dieci da quattromila litri e sette da diecimila – il dipartimento regionale della Protezione civile ha pubblicato un bando del valore di due milioni e 320mila euro. Il progetto, considerando anche le somme a disposizione dell’amministrazione, vale in totale tre milioni.
La somma servirà ad acquisire mezzi con motore diesel di tipologia almeno Euro 6E, con cambio automatico e cisterne dotate di quattro rubinetti per la distribuzione dell’acqua, nel caso delle autobotti da quattromila litri, mentre quelle da diecimila litri dovranno averne sei. Per i mezzi più grandi è richiesto anche il cassone scarrabile e l’implementazione del sistema cruise control per la regolazione della velocità. Per tutte invece l’aggiudicatario dovrà stipulare l’assicurazione.
Chi si aggiudicherà la commessa dovrà occuparsi anche della formazione del personale che utilizzerà i mezzi e impegnarsi a recapitare le autobotti entro il tempo massimo di tre mesi. Dopo il quale scatterà una penalità dell’un per mille per ogni giorno di ritardo.
La griglia dei punteggi
L‘appalto verrà assegnato secondo il criterio dell‘offerta economicamente più vantaggiosa. Su un massimo di cento punti, il ribasso economico inciderà per il cinque per cento. Il resto dipenderà da altri fattori: 50 i punti in palio che potranno essere assegnati per caratteristiche tecniche migliori rispetto a quelle previste dal bando in merito alla potenza dei motori, alla capacità delle autobotti e a eventuali optional. La ripartizione dei punteggi comprende un massimo di 30 punti ripartiti per l’estensione dell’assicurazione e della manutenzione dei mezzi, rispetto ai tre anni richiesti. Infine fino a cinque punti saranno assegnati nel caso di una riduzione dei termini della consegna della fornitura.
L’apertura delle buste è prevista, invece, per la mattina del 13 novembre.
I fondi contro l’emergenza
Nel 2024 il tema della siccità in Sicilia, e i suoi effetti sia sulla quotidianità di chi risiede nelle zone più colpite che dei comparti produttivi che dipendono molto dall’acqua, come quello agro-zootecnico, è diventato centrale a livello politico. A trattarlo sono stati sia il governo nazionale che quello regionale.
Nel primo caso, il Consiglio dei ministri a inizio maggio ha dichiarato lo stato d’emergenza nazionale nominando Schifani commissario delegato e assegnando all’isola un finanziamento da 20 milioni. L’Ars, invece, ha stanziato fondi del bilancio regionale, andando a rimpinguare più volte i capitoli riservati a fronteggiare l’emergenza: a maggio è stata autorizzata una prima spesa di 8,6 milioni sono stati, poi incrementata a luglio e agosto con altri due interventi rispettivamente da 20 e 10,5 milioni.
Botta e risposta Musumeci-Schifani
Di siccità si è parlato anche due settimane fa nel corso del question time a Montecitorio. Il 17 ottobre il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, ha ricordato l’impegno del governo Meloni per risollevare la Sicilia da una crisi che “sconta un ritardo nella programmazione e della manutenzione delle infrastrutture sicuramente pluridecennale”. Musumeci, che tra il 2017 e il 2019 è stato presidente della Regione, ha ripercorso il piano degli interventi che la Protezione civile nazionale ha approvato a fine maggio, per poi fare riferimento alle ulteriori misure che la Regione vorrebbe venissero finanziate. “Il 30 settembre, in due riunioni, è stata esaminata la bozza. Al momento il piano non risulta restituito dal commissario delegato Schifani”, ha detto il ministro il 17 ottobre.
Nel giro di poche ore è arrivata la replica: “In riferimento alle dichiarazioni del ministro della Protezione civile, Palazzo d’Orleans precisa che la Regione, tramite l’ufficio del Commissario delegato all’emergenza, ha già avviato da tempo la seconda fase del processo per affrontare la crisi idrica in Sicilia. È stata già trasmessa al dipartimento nazionale della Protezione civile – si legge nella nota divulgata dall’ufficio stampa della Regione – una proposta del secondo piano di interventi che include oltre 130 progetti, elaborati in risposta alle richieste pervenute da Ati, gestori idrici e da Comuni. Oltre a duecento interventi di riparazione e acquisto di autobotti per i Comuni per oltre otto milioni di euro. Questo piano è attualmente oggetto di una stretta interlocuzione con gli uffici competenti della Protezione civile di Roma e si sta tenendo conto delle osservazioni delle autorità nazionali e anche di quelle ricevute, fino a poche ore fa, dai Comuni e dai gestori. Il processo di aggiornamento per garantire che gli interventi siano tempestivi ed efficaci nel rispondere alla grave siccità che affligge la regione è stato ultimato ed è pronto per essere inviato definitivamente a Roma”.