La Finanziaria destina i fondi ai Comuni anziché alle associazioni: si procederà per gare o affidamenti diretti?
PALERMO – Puntuale, ma anche pavida e forse addirittura un poco ipocrita. La finanziaria con cui si gestirà la Sicilia nel 2025, perlomeno per ciò che rientra tra le competenze della Regione, in qualche modo riflette lo stato attuale della politica isolana. Sulla puntualità – va riconosciuto – il segno di cambiamento rispetto al passato è stato evidente: il voto finale dell’Aula è arrivato con un tale anticipo sulla fine dell’anno che non solo ha fatto dimenticare i costanti ricorsi all’esercizio provvisorio che segnavano le precedenti legislature, ma ha anche dato la possibilità ai deputati di tornare a casa abbondantemente in tempo per partecipare alla preparazione dei cenoni di san Silvestro.
Per il resto, al netto delle dichiarazioni di circostanza con cui in qualche modo si cerca di rispettare i ruoli che la grammatica parlamentare assegna a maggioranza e opposizione, e a sporadici casi (vedi l’ex deluchiano La Vardera, che dal gruppo misto stavolta ha tenuto a rimarcare la propria autonomia), i settanta dell’Ars hanno trovato la quadra su un testo che ricalca pienamente il modo di intendere la cosa pubblica in Sicilia.
Una visione che non risente dello scorrere del tempo e in cui il confine tra vicinanza ai territori e clientelismo è talmente sottile da essere riconosciuto soltanto da quanti – ma elezione dopo elezione il numero si riduce…