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Altra impugnativa, nuove grane in arrivo per Schifani

Altra impugnativa, nuove grane in arrivo per Schifani

Sotto la scure del Consiglio dei ministri finisce la l.r. 16/’22, artt. 12 e 13. Riclassificazione personale Regione: manca la copertura finanziaria

PALERMO – Prime grane per il nuovo governo regionale. Il Consiglio dei Ministri ha impugnato le variazioni di bilancio al capitolo con cui veniva stanziata una parte delle risorse necessarie per la revisione del sistema di classificazione del personale, il cosiddetto ‘ordinamento professionale’ (equivalente allo 0,55% del costo del personale del 2018) e per l’incremento del salario accessorio (lo 0,22%).

La legge in questione è la n. 16 dell’agosto del 2022 e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 13 dello stesso mese. Per il Consiglio dei Ministri la legge “è censurabile relativamente a molteplici disposizioni che, eccedono dalle competenze statutarie riconosciute alla Regione Siciliana dallo Statuto Speciale e violano molteplici principi sanciti dalla Carta Costituzionale”.

In particolare è stato impugnato l’articolo 12, che apporta modifiche alle modalità di copertura dell’incremento dei fondi per il trattamento accessorio del personale, anche dirigenziale, previste dal rinnovo del contratto di lavoro 2019/2021e da destinare alla revisione del sistema di classificazione del personale. Non viene ritenuta idonea la certezza della copertura finanziaria.

Impugnato anche l’articolo 13. La norma prevede la possibilità di assumere personale, procedere a promozioni o modificare la pianta organica in Società partecipate, in Irfis-Finsicilia S.p.A. ed in enti sottoposti a controllo e vigilanza della Regione, in particolari condizioni come per esempio per dipendenti che hanno un contratto a tempo determinato, in maniera da procedere alla loro stabilizzazione. Per il Cdm la norma in questione viola l’art.117 della Costituzione in particolare con riferimento all’ordinamento civile societario.

I sindacati Fp Cgil, Cisl Fp, UilFpl e Ugl parlano di situazione inaccettabile: “In Sicilia ai lavoratori regionali non vengono riconosciuti gli stessi diritti di quelli di cui godono i lavoratori pubblici di tutta Italia. Questa situazione è inaccettabile. Chiediamo che il prossimo governo regionale guidato da Renato Schifani si prenda subito carico della questione”. I segretari regionali della Fp Cgil Gaetano Agliozzo, della Cisl Fp Paolo Montera, della UilFpl Salvatore Sampino e della Ugl Ernesto Lo Verso chiedono al presidente Schifani di mettere questo tra i temi più urgenti della sua agenda di governo: “Lo Stato – spiegano – ha impugnato la norma, che le nostre forze sindacali si erano impegnate a fare approvare, a causa dell’incertezza delle coperture assicurate mediante l’utilizzo delle maggiori entrate tributarie. Mancano così le risorse necessarie per dare avvio alla revisione dell’ordinamento professionale nella misura pari a quella riconosciuta negli altri comparti del lavoro pubblico in Italia. È chiaro che i lavoratori siciliani non possono subire questo torto mentre l’inflazione galoppa”.

Agliozzo, Montera, Sampino e Lo Verso chiedono che vengano stanziate risorse certe: “È necessaria anche la nomina dei nuovi vertici dell’Aran Sicilia, per arrivare nel più breve tempo possibile, al rinnovo del Contratto collettivo 2019/2021, scaduto e già rinnovato in tutti i comparti del pubblico impiego d’Italia. Infine – concludono – non possiamo non segnalare come questa impugnativa sia il frutto di un Accordo Stato Regione capestro che va immediatamente rivisto. É assurdo che le assunzioni siano bloccate e che la Regione debba ricorrere ai pensionati per la spesa dei fondi europei e del Pnrr. Nell’applicazione dell’accordo così come lo conosciamo si rischia di consegnare alle prossime generazioni una Sicilia con i conti in ordine ma sempre più impoverita”.

Secondo Giuseppe Badagliacca e Angelo Lo Curto del Siad-Csa-Cisal l’impugnativa era prevedibile: “Una scelta miope del precedente Governo regionale e di alcune organizzazioni sindacali che ha prodotto l’ennesima mortificazione dei lavoratori. Da tempo – proseguono – diciamo che l’unica soluzione per attuare la riclassificazione dei dipendenti è impiegare tutte le risorse già presenti nel bilancio dell’Isola, circa 42 milioni di euro, evitando che una parte consistente legata ai pensionamenti vada in economia: ci sarebbero somme sufficienti per una vera rivoluzione della macchina amministrativa. Una strada che avevamo proposto al vecchio Governo, rimanendo inascoltati, e che speriamo che il presidente Renato Schifani voglia accogliere nell’interesse dei lavoratori e di tutti i siciliani”.