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Regione, competenze e non più dipendenti

Regione, competenze e non più dipendenti
palazzo dei normanni

Progettare ed attuare il Pos

Nella stagione in cui l’Assemblea regionale, per la prima volta da diverse legislature, dovrebbe approvare il bilancio 2024 entro il prossimo 8 gennaio, continuano a circolare voci relative alla assunzione di nuovo personale.

La domanda che sorge è: in base a quale Piano organizzativo dei servizi (Pos) viene determinato il fabbisogno di competenze necessarie alla produzione dei servizi medesimi? Qualcuno risponderebbe facendo riferimento alla cosiddetta Pianta organica. Vecchia di decenni e formulata in un periodo totalmente diverso da quello attuale, quando ancora la digitalizzazione non era all’orizzonte. Lo stesso Contratto collettivo di lavoro dei dirigenti regionali è datato di molti e molti anni.
Dunque, non vi è un modello attuale di Pos che tenga conto dell’avanzare, seppure lento, della digitalizzazione, con la conseguenza che tutto rimane in un ambiente molto nebuloso, anziché chiarissimo, come dovrebbe essere per funzionare.

La verità è che nel nostro ente pubblico più importante, qual è la Regione, servono competenze nuove e successive a formazione continua di tutto il personale esistente.
Sembra puerile l’alibi secondo cui dipendenti di cinquanta o sessant’anni sono del tutto inutili e non più formabili, tenuto conto che la vita attesa è di oltre ottant’anni per gli uomini e di qualche anno in più per le donne.

Questo modo di far passare l’erroneo messaggio che i cervelli di dirigenti e dipendenti regionali siano da mandare tutti all’ammasso è del tutto sbagliato, anche perché non è vero.
Infatti, vi è personale molto diligente, capace, volenteroso, che regge tutto l’impianto dell’Ente, deficitario però di tutta quell’altra parte di personale impiegatizio e dirigenziale che, infischiandosene ampiamente del proprio dovere, agisce in modo egoistico e dannoso per l’interesse pubblico.

Portare ancora in evidenza la vecchia Pianta organica è un errore e un inganno nei confronti dei/delle cittadini/e. Essa va ma mandata al macero e sostituita integralmente con il Pos, che dovrebbe essere così formulato.
Innanzitutto occorre fare l’inventario di tutti i servizi che dovrebbero erogare i venti dipartimenti dei dodici assessorati più la presidenza, elencandoli in modo analitico e puntuale. Solo dopo si dovrebbe determinare il fabbisogno finanziario necessario per sostenerlo e subito dopo il fabbisogno di risorse umane competenti, indispensabile perché esso funzioni.
Così si procede quando si vogliono redigere i piani per fare funzionare le aziende pubbliche, che diversamente non funzionano, come viene ampiamente dimostrato tutti i giorni.

L’insoddisfazione di cittadini/e, imprese ed enti pubblici minori è palpabile, nonostante, ripetiamo, la grande buona volontà e competenza di una parte, forse minoritaria, del personale regionale.
Undicimila dipendenti e dirigenti non sono pochi, ma neanche tanti se fossero tutti competenti e preposti con mansioni relative alla produzione dei servizi necessari, da erogare secondo tempi prestabiliti e tassativi, in modo da soddisfare le esigenze dei/delle richiedenti senza indugio.

Chi dovrebbe dare la svolta attesa da decenni nella Pubblica amministrazione regionale? Le Giunte con Presidente e dodici Assessori delegati. Presidente e Assessori dovrebbero avere chiaro nella loro mente quanto precede, diversamente continuano a gestire una “macchina” che ha il motore scassato, i freni che non funzionano, la frizione che slitta e così via.

Il primo obiettivo metodologico di Presidente e Giunta dovrebbe essere quello di mettere a posto la macchina regionale nel suo complesso perché solo così i programmi politici potrebbero essere realizzati, mentre ora si inceppano continuamente. Incaricare l’Aran per conseguenza.
Saprà il presidente Schifani, con la sua alta competenza e onorabilità, prendere in pugno questa situazione che si trascina da decenni? Valutando la persona, che conosciamo da quarant’anni, dobbiamo confermare l’ipotesi positiva, pur sapendo che egli ogni giorno incontra cavalli di Frisia voluti da terzi per ostacolare le sua linee politiche e amministrative.