Si cerca di fare presto a Palazzo d’Orleans per riuscire ad approvare definitivamente in tempi brevi la Manovra finanziaria 2023.
La scadenza che la Regione Siciliana dovrà rispettare per evitare di incappare nell’ennesimo esercizio provvisorio consecutivo – l’ultimo risale al 2022 sotto la governatura Musumeci – è quella del 31 dicembre. Impossibile, ormai, pensare di chiudere la partita entro Natale.
Manovra, la bozza di Falcone
A Palermo si lavora quasi senza sosta, ma le speranze di sottoporre il testo definitivo al voto dell’Ars entro la fine dell’anno sembrano ridursi giorno dopo giorno.
Nella giornata di venerdì 16 dicembre l’assessore all’Economia Marco Falcone ha comunque presentato alla giunta la bozza del documento che dovrebbe prendere forma prossimamente. Si tratta di una quindicina di articoli dedicati in buona parte ai sostegni da destinare agli Enti locali.
Sicilia, da Roma subito 200 milioni
Nel frattempo, nelle scorse ore, l’amministrazione Schifani ha ottenuto il via libera da parte di Roma alla concessione di 200 milioni di euro che potranno fare respirare – seppur parzialmente – le magre casse della Regione. Assicurato anche un sostegno annuo di risorse aggiuntive da concordare più in avanti.
Il compromesso è arrivato a seguito dell’interlocuzione tra il governatore Renato Schifani e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti (che in questo momento ha le mani in pasta con un’altra Manovra, quella nazionale).
A quanto pare, la Regione avrebbe chiesto inizialmente un finanziamento compreso tra i 500 e i 600 milioni come compensazione alla maggiore spesa sanitaria. “Meglio che niente”, pensano però nel capoluogo.
Schifani ancora contro Corte dei Conti
E intanto proprio Schifani è tornato a parlare del recente responso della Corte d’Appello che ha bocciato il bilancio regionale del 2020. Per l’ex presidente del Senato l’intervento dei giudici rappresenterebbe un “conflitto di poteri senza precedenti” con il Governo nazionale che, nel 2018, aveva approvato la spalmatura del disavanzo tra tre a otto anni.
Il governatore siciliano ha sollecitato l’esecutivo a fare “chiarezza legislativa su questo increscioso episodio” al fine di evitare “conseguenze disastrose” alle finanze della Regione.

