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Giovanni Pizzo  |
lunedì 07 Febbraio 2022

Occhi puntati su Ruggero Razza, l'assessore alla Salute chiamato a gestire i fondi del Pnrr

Questa è l’evoluzione del movimento di Nello Musumeci, la Diventerà Bellissima 3.0. Il movimento nacque con diverse anime, tutte appartenenti alla destra storica della Sicilia orientale. Da Stancanelli a Briguglio, da Granata a Ioppolo. Però l’enfant prodige è sempre stato Ruggero Razza.

La carriera

Ruggero Benedetto Italo Razza, ex cadetto della Nunziatella di Napoli, avvocato penalista, figlio di un generale dei carabinieri, figlio prediletto della destra catanese per ruolo sociale, formazione e grandi capacità di immaginare percorsi politici e strategie, è un predestinato. Nel 2008 è il candidato della destra alla Presidenza della Regione a soli 28 anni. Prese l’1%, ma fin da allora mostrò coraggio e presenza politica. Tra tutti gli esponenti della destra è il più democristiano, il più capace di intessere rapporti, convergenze, relazioni estreme. Parla con tutti, anche se poi chiude sempre con gli stessi, che ha piazzato ovunque. Certo il Presidente Musumeci suo padrino politico gli ha dato un grande strumento, la Sanità, ma lui lo ha fatto diventare enorme, trasformandolo più di chiunque in una formidabile macchina di potere e relazioni in Sicilia e fuori di essa.

Il ciclone mediatico

E su questa sta edificando la sua personale creatura politica, che supererà la stagione Musumeciana, Diventerà Sanissima. Un coacervo di direttori generali, sanitari, primariati, enti di sottogoverno come il Cefpas, cabine di regie, comitati di concorso, avvisi pubblici con schiere di persone assunte nella stagione dell’emergenza. Diventerà Sanissima è potenzialmente una macchina da guerra di consenso che fa impallidire i governi Cuffaro e Lombardo. Il suo governo del sistema è meno affettuoso, non è certamente un baciatore seriale, ma molto più intellettuale come da caratteristiche del personaggio. Lui si siede con te e ragiona, sempre gentile ma fermo nello schema che vuole portare avanti. Ha le doti del capo, e non abbandona i suoi anche quando fanno sciocchezze devastanti. È finito in un ciclone mediatico giudiziario che avrebbe stroncato chiunque ma non lui. In poco tempo si è rialzato, ha avuto un figlio dal nome grande, Federico, ha sposato una deputata teoricamente dell’opposizione , spaccando il movimento, ed è tornato in sella più saldo e forte di prima.

Il Pnrr

Ora ha in mano la dote del PNRR e la spenderà con oculatezza politica. Giustamente Gianfranco Miccichè lo ha indicato come il problema politico dell’alleanza, troppo esteso il suo potere, e troppo orientato a creare nuovi rapporti di forza. Voleva agganciare la lega, in un disegno nazionale con il movimento, ma poi ha concorso a chiudere con gli ex amici di Fratelli d’Italia, da cui è sempre stato percepito come differente. Troppo colto, troppo cervellotico, troppo capace di parlare ad altri mondi.

Gli muovono accuse da corporation, in quanto tutto il potere governativo ruota intorno ad alcuni studi professionali catanesi, da cui proviene e di cui è socio ma lui glissa e va avanti. La leva calcistica degli anni 80 ha generato questo attaccante dalla maglia numero 7, che ora si è fatto grande e sta muovendo la regia del governo per vincere la sua partita. Quella politica, del destra-centro che si distinguerà, forse probabilmente frantumandolo, dal vecchio centrodestra a trazione moderata. Uno scenario in cui Musumeci probabilmente è destinato al promuoveatur romano e Ruggero Italo erediterà la destra siciliana.

Così è se vi pare.

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