Regione siciliana, quattromila dipendenti in pensione - QdS

Regione siciliana, quattromila dipendenti in pensione

Regione siciliana, quattromila dipendenti in pensione

giovedì 01 Maggio 2025

Assumerne quattrocento bravi/e

Anche nella nostra Regione la Pubblica amministrazione è un motore che non funziona. Non si tratta di una malattia odierna, bensì vecchia di decine di anni, nel corso dei quali essa è sempre peggiorata. Tuttavia, il costo dell’intera struttura è sempre aumentato.

Non funzionando il motore, la macchina-Regione marcia lentamente, molto lentamente, con la conseguenza che il Pil non cresce, il reddito pro capite non cresce, il territorio continua a essere non riparato, le infrastrutture di competenza regionale restano come sono, le procedure amministrative conseguenti alle istanze delle imprese giacciono per mesi o per anni, la sanità è una delle peggiori d’Italia e via enumerando.

Basta elencare le attività dei dodici assessorati per evidenziare le carenze di ognuno di essi, che hanno però un comune denominatore: l’inefficienza della Pubblica amministrazione, un’inefficienza che non è più tollerabile.

Da colloqui riservati avuti con più dirigenti regionali emerge una verità: se un terzo degli attuali dipendenti, dirigenti e funzionari fosse mandato in pensione (circa quattromila) – perché licenziarli non si può – e si assumessero solo trecento o quattrocento tecnici bravi, competenti e motivati, la macchina potrebbe funzionare in maniera normale.

Al di là di questa manovra vi è poi quella essenziale di coprire un vuoto che non è mai stato colmato, cioè realizzare un progetto organizzativo che contenga obiettivi e cronoprogrammi, ma anche confronto con i risultati, con i tempi di realizzazione e conseguenti premi o sanzioni per chi non riesce a stare nella tabella di marcia rigorosamente e realizzare quanto programmato.

Facile a dirsi, difficile a farsi perché all’interno dell’ambiente regionale, compresi gli uffici periferici, non vi sono quei requisiti da noi più volte elencati che sono i pilastri del funzionamento di una qualunque macchina amministrativa: produttività, meritocrazia ed efficienza. Tutto ciò basato sulle competenze, essenziali perché senza di esse nessuno è in condizione di fare alcunché.
Scusate se ripetiamo ossessivamente le stesse cose, ma in costanza dei problemi dobbiamo ripetere le soluzioni.

Prendiamo l’assessorato alla Sanità. Per quanto concerne il sistema delle prenotazioni, si potrebbe utilizzare il modello delle Poste, per cui i “clienti”, cioè i pazienti, sarebbero visitati con cronoprogrammi e orari precisi attraverso prenotazioni effettuate sull’app. Non si capisce perché un software già esistente non possa essere utilizzato per il Cup (Centro unico di prenotazioni).
Poi servirebbe che i singoli progetti organizzativi delle Asp e delle Aziende ospedaliere prevedessero il migliore utilizzo delle risorse umane e finanziarie necessarie per l’attività.

Per fare tutto ciò non sono certo i finanziamenti che mancano. La Regione ha a disposizione all’incirca cinquanta miliardi fra Pnrr, Piani operativi europei e Fondo di sviluppo e coesione. Perché non si varano i relativi progetti con la conseguente esecuzione e certificazione della spesa secondo cronoprogrammi precisi? Attendiamo risposta.

L’Anci Sicilia, l’associazione dei Comuni isolani, fa il possibile per dare supporto agli Enti locali in modo che si mettano in carreggiata, ma è la competenza (ove c’è) dei sindaci e degli assessori, i quali devono fare funzionare la realtà amministrata, a essere la chiave.

L’assessorato del Territorio governa di fatto le Strade provinciali attraverso i propri commissari e anche attraverso sindaci metropolitani e i neo presidenti dei Liberi Consorzi. Perché la maggior parte delle stesse strade è in condizione disastrosa? Attendiamo risposta.

Le stesse ex Provincie regionali, fin qui gestiste dai commissari regionali, hanno il compito di mettere a regola gli edifici scolastici di secondo grado, ma ci risulta che solo un terzo di essi lo sia. Come mai non provvedono a sistemare gli altri due terzi, visto che le risorse finanziarie ci sono? Attendiamo risposta.
E poi, il rinnovamento delle reti idriche, le riparazioni delle dighe, l’attivazione dei dissalatori e così via. Perché non si provvede? Attendiamo risposta.

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