PALERMO – All’Ars si continua a lavorare, sia nelle Commissioni che a Sala d’Ercole, dove il fascicolo sulla riforma dei Consorzi di bonifica ha raggiunto un numero di pagine da robusta rilegatura. Gli occhi, anche quelli di Palazzo dei Normanni, restano però puntati su Palazzo d’Orleans. La presidenza della Regione siciliana sta lavorando alla Manovra finanziaria ter, una variazione di bilancio confortata da buoni numeri in termini di risorse finanziarie, che allo stato attuale sembra avere collocato circa 150 milioni di euro.
La Regione al lavoro sulla Manovra ter
Tra le priorità poste dal presidente Renato Schifani dovrebbero avere trovato posto misure per l’abbattimento delle liste d’attesa e forse anche una ipotesi di sostegno alle imprese siciliane che dovessero subire battute d’arresto a causa dell’interminabile numero di lettere che la Casa Bianca di Donald Trump è pronta a spedire comunicando i dazi che ha deciso di imporre. Ma sono oggi solo ipotesi di un work in progress che non trova conferme né smentite.
Tutto si sta svolgendo infatti nel riserbo della giunta Schifani, e forse neanche tutta direttamente coinvolta. Confermata la fiducia del presidente della Regione all’assessore Elvira Amata, al momento salda alla guida dell’Assessorato al Turismo dopo l’avviso di conclusione delle indagini, restano in sospeso molte altre colonne portanti della politica siciliana. Tra queste il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno. I pm hanno tempo per le valutazioni conclusive in capo ad Amata, ed ancora più tempo per indagare su Galvagno e quindi sulla sfera politica e non che gli orbitava intorno. Poi avrà tempo il giudice per decidere su eventuali richieste di rinvio a giudizio.
Il tempo così si allunga nel limbo delle decisioni politiche
Il tempo così si allunga nel limbo delle decisioni politiche su risorse finanziarie e istanze della deputazione siciliana. Assunta la relazione dell’Inps, martedì l’assessore all’Economia, l’avvocato Alessandro Dagnino, aveva commentato i dati positivi ribadendo che per il governo della Regione “la missione prioritaria è costruire politiche di investimento capaci di proseguire e consolidare gli effetti positivi del Pnrr, accompagnando lo sviluppo strutturale dell’Isola”, e che “al tempo stesso, è fondamentale stimolare la crescita e il rafforzamento del nostro tessuto produttivo”.
Non ci saranno piccole voci di finanziamento
Secondo voci e fonti accreditate dei palazzi di governo siciliani, la disponibilità della Regione per la variazione di bilancio ter potrebbe essere di 300 milioni di euro, ma questo 50% in più disponibile difficilmente entrerà in questa manovra finanziaria. Quello che sembra fin qui certo è che non ci saranno piccole voci di finanziamento e neanche finanziamenti a pioggia a enti non pubblici. Se gli occhi dell’Ars sono puntati sulla manovra, altrove ci sono anche orecchie sintonizzate su come questa verrà gestita, da chi e a vantaggio di chi.
Da Sala d’Ercole, inoltre, una parte dell’opposizione ha già annunciato che non tollererà il solito sacco di emendamento a scatola chiusa che arriva con il cosiddetto “maxi gov”, cioè il maxiemendamento del governo nel quale trovano posto tutte le istanze dei deputati per risorse da destinare ai territori. Al vaglio delle parti è invece l’ipotesi di un intervento, che si aggiungerebbe ai 150 milioni di euro di cui sopra, del valore complessivo di circa 50 milioni di euro per pochi ma mirati interventi di più ampio respiro e al di sopra di ogni sospetto.
Possibile una manovra quater in autunno
Altra voce che circola tra i corridoi dei palazzi è inoltre quella di una possibile manovra quater da proporre in autunno. In tal caso, il governo dovrebbe trovare la quadra con tutte le parti per inserire in questa variazione di bilancio, riformulata, grossomodo la stessa somma che dalla “manovrina” era stata stralciata con rinvio. Poi, fatti i conti con gli equilibri interni e con gli eventuali sviluppi della Procura della Repubblica di Palermo, nell’ultimo trimestre dell’anno si assesterebbero gli investimenti del governo per migliorare gli indicatori di crescita regionali proponendo una sintesi al parlamento che possa mettere tutti d’accordo.
A Palazzo d’Orleans quindi la priorità è di evitare che accordando oggi le istanze di un deputato, un gruppo o un partito su un intervento economico verso un territorio ci si ritrovi domani a scoprire che c’era dietro altro e che un’indagine della Procura possa accorgersene prima del potere politico. Nessuna data però, fino al pomeriggio di ieri, era trapelata sulla delibera di giunta per la manovra.
A Palazzo dei Normanni quindi si attende di sapere qualcosa, considerando che il prossimo martedì non ci sarà aula e che i giorni utili per l’Ars prima della pausa estiva sono meno di dieci. Le tensioni tra i partiti però potrebbero paradossalmente produrre un vantaggio per il presidente della Regione. In questo momento di massima attenzione, mediatica e non solo, Renato Schifani potrebbe decidere senza compromessi politici come e dove investire maggiori e più produttive risorse finanziarie.
Ieri l’assessore Dagnino si trovava a Roma, e Sala d’Ercole apprendeva che per il ddl sui consorzi di bonifica, come annunciato dall’assessore all’Agricoltura Salvatore Barbagallo, “ci sono una serie di emendamenti tecnici e finanziari presentati dal governo”. Ma questi arriveranno per mercoledì prossimo. La questione finanziaria quindi si complica, e il calendario dei lavori non aiuta il governo anche se Schifani aveva più volte annunciato la Manovra all’Ars a luglio.

