Impossibili nuove assunzioni, si punti su formazione interna per consentire ai dipendenti una crescita professionale. L’assessore Messina: "La riqualificazione del personale nel nostro programma"
Una delle sfide più impegnative per il governo regionale di questa 18ma legislatura, dopo quella del risanamento dei conti, è quella mettere ordine nel variegato mondo dei dipendenti regionali, dove sembra che nulla funzioni: pratiche che stazionano per mesi sui tavoli, una burocrazia farraginosa che non rispecchia quello che dovrebbe essere un servizio efficiente al cittadino, dipendenti che ricoprono ruoli spesso diversi da quelli per cui sono stati assunti, con la conseguente mancanza di capacità di progettare, rischiando di perdere i fondi dell’Unione europea.
Le giunte precedenti non sono riuscite a risolvere il rebus della macchina burocratica, complice anche il mancato rinnovo dei contratti di lavoro che non sono aggiornati. Non sono mai diventati una realtà le regole che stabiliscano la giusta relazione tra merito e premio di produttività.
Nella passata legislatura, in più occasioni il governatore Nello Musumeci si era espresso sulla necessità di una rivoluzione per rendere efficiente la macchina amministrativa, con dichiarazioni che lo hanno portato a scontri durissimi con i sindacati. La stessa Corte dei Conti aveva rilevato che i tentativi della Regione siciliana di razionalizzare la spesa per il personale non si sono tradotti “in una riforma sistematica, di cui invece si avverte la necessità”.
Per sopperire, almeno parzialmente, Musumeci nel 2021 ha fatto approvare in Aula una norma per assumere, ma solo per tre anni, 300 laureati in materie giuridiche, tecnico-ambientali o economiche, per rinforzare le fila della pubblica amministrazione per favorire l’utilizzo dei fondi europei per la ripresa e dei programmi comunitari ordinari. Anche questo provvedimento comunque ha scatenato forti polemiche perché di fatto non rappresentava una soluzione strutturale al problema.
Più volte i sindacati si sono incontrati con le istituzioni per difendere le istanze dei regionali, non ultimi i Cobas che in questi giorni hanno rivendicato il diritto dei dipendenti della regione a percorsi di crescita professionale ad oggi negati: “Rivendichiamo, come Cobas/Codir – hanno detto in una nota congiunta – Dario Matranga e Marcello Minio, segretari generali del Cobas Codir – che si parta innanzitutto dalla valorizzazione, riqualificazione e riclassificazione, in un nuovo sistema classificatorio, di tutto il personale già in servizio per potenziare la capacità amministrativa della Regione. Necessita, infatti, un’immediata riclassificazione del personale e l’immediata successiva apertura dei concorsi pubblici per tutte le postazioni disponibili. La Regione siciliana si appresta, nell’ambito della prossima programmazione comunitaria con i fondi Po Fesr 2021-2027 a utilizzare una porzione di risorse per finanziare nuove assunzioni – proseguono i sindacalisti -. Oltre che per “l’assistenza tecnica” svolta da società di servizi (utilizzata, di fatto, come ruota di scorta della Regione per tappare le falle della carenza numerica di personale) sembrerebbe che saranno disponibili anche le risorse per nuove assunzioni. A fronte di un programma che dovrebbe arrivare a 6 miliardi di euro, potrebbero essere disponibili quasi 300 milioni di euro: chiediamo, quindi, al presidente Renato Schifani, all’assessore dell’Economia Marco Falcone (che ha la delega sul Dipartimento competente alla Programmazione) e all’assessore della Funzione pubblica Andrea Messina, ma anche al governo regionale nella sua interezza, di inserire – non solo nell’ambito delle previsioni dei rinnovi dei Cc.Cc.Rr.Ll (comunque insufficienti), ma anche nell’ambito del Programma da attuare con i fondi Ue – la previsione di risorse per la valorizzazione del personale interno che avrebbero un grande effetto moltiplicatore sulle prestazioni del personale già in servizio. Altrimenti, nel giro di un paio di anni, verrà ulteriormente dimezzata la dotazione del personale regionale già fortemente sotto organico: 10mila lavoratori che sono attualmente impiegati in circa 400 uffici e servizi presenti in tutta la Sicilia”.
Andrea Messina è assessore regionale agli Enti locali e alla Funziona pubblica
“La riqualificazione del personale fa parte del nostro programma”
Qualche settimana fa i Cobas hanno lanciato un appello al governo Schifani: procedere subito alla valorizzazione del personale della Regione siciliana.
“La Regione siciliana si appresta, nell’ambito della prossima programmazione comunitaria con i fondi PoFesr 2021-2027 a utilizzare una porzione di risorse per finanziare nuove assunzioni. Rivendichiamo, come Cobas/Codir, che si parta innanzitutto dalla valorizzazione, riqualificazione e riclassificazione, in un nuovo sistema classificatorio, di tutto il personale già in servizio per potenziare la capacità amministrativa della Regione. Necessita, infatti, un’immediata riclassificazione del personale e l’immediata successiva apertura dei concorsi pubblici per tutte le postazioni disponibili”, avevano scritto in una nota i sindacati.
“Rivendichiamo con forza il diritto a percorsi di crescita professionale dei dipendenti regionali – avevano ribadito i Cobas – cui vengono negati, da più di trenta anni, legittimi percorsi di carriera e la conseguente necessità della riorganizzazione della macchina amministrativa facendo nuove assunzioni, anche per dare risposta a tanti giovani potenziando con nuove leve la macchina amministrativa”.
Posto che al momento vige il blocco delle assunzioni, è lecito interrogarsi sulla possibilità di valutare come percorribile la proposta dei Cobas.
Assessore Messina, valuterebbe l’ipotesi di corsi di formazione e di riqualificazione del personale interno (o addirittura concorsi interni, qualora fosse possibile) volti a migliorare competenze e capacità amministrativa dell’Ente regionale?
“La riqualificazione del personale della Regione fa parte del nostro programma”.
Come intende procedere?
“Dobbiamo da un lato, intervenire sull’aspetto contrattuale colmando un ritardo di relativo a due rinnovi e dall’altro, dobbiamo riclassificare e riqualificare il personale. Per quanto riguarda i contratti, l’ultimo rinnovo è del 2019 e risultano non adeguati quelli relativi ai trienni 2018-2020 e 2020-2022. Purtroppo la precedente Amministrazione non è riuscita a definire i rinnovi e oggi stiamo studiando soluzioni che tengano conto anche dei ritardi degli anni precedenti.Per quanto riguarda i concorsi, abbiamo evaso quelli in itinere e, qualora ci fosse una copertura finanziaria adeguata, saremmo pronti ad avviarne di altri. Negli ultimi anni sono stati tanti i dipendenti regionali andati in pensione e occorre inserire nuovo personale giovane e qualificato. Inoltre, la procedura di riclassificazione dei dipendenti è in corso e siamo al lavoro per trovare tutte le soluzioni possibili”.
Ha già avviato una interlocuzione con i sindacati allo scopo di avviare una riorganizzazione degli uffici che tenga conto dei valori di merito e produttività ma soprattutto della digitalizzazione dei servizi?
“Dopo le festività natalizie convocheremo i sindacati con i quali siamo pronti, come sempre, a discutere. Il nostro obiettivo è far crescere la Sicilia e i siciliani. Sappiamo bene che occorre procedere ad una riqualificazione del personale e all’assunzione di gente giovane da inserire nei posti strategici dell’Amministrazione: è infatti anche attraverso il ringiovanimento dei dipendenti che può essere avviato un processo di rinascita e di sviluppo della Sicilia”.