Home » Fatti dall’Italia e dal mondo » Tecnologia a supporto del reinserimento sociale dei detenuti: i ministri Nordio e Valditara presentano “Folsom Freedom”

Tecnologia a supporto del reinserimento sociale dei detenuti: i ministri Nordio e Valditara presentano “Folsom Freedom”

Tecnologia a supporto del reinserimento sociale dei detenuti: i ministri Nordio e Valditara presentano “Folsom Freedom”
Presentazione del progetto Folsom Freedom

L’obiettivo è garantire ai soggetti che stanno scontando una pena competenze spendibili nel mercato del lavoro. In primo piano la rieducazione del condannato, così come previsto dalla Costituzione italiana

ROMA – Visori e formazione tecnica in realtà virtuale nelle carceri con l’obiettivo di fornire competenze utili al reinserimento dei detenuti e immediatamente spendibili nel mercato del lavoro, contribuendo a ridurre la recidiva e a rafforzare la sicurezza sociale: è questo l’obiettivo del progetto “Folsom Freedom”, realizzato grazie anche alla partecipazione di Gruppo Fs Italiane e presentato ieri nel corso di una conferenza stampa alla presenza del ministro della Giustizia Carlo Nordio e di quello dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.

Proprio Valditara ha sottolineato che “questo tipo di intervento si inserisce pienamente nell’idea di scuola costituzionale che abbiamo fortemente in mente. La Costituzione recita che la pena deve tendere sempre alla rieducazione del condannato”.

Il ministro Nordio ha ricordato: “Da sempre mi batto sulla necessità di coniugare la sanzione della pena con l’intento rieducativo scritto nella Costituzione e scolpito nella nostra etica laica o cristiana che sia. Portare questa tecnologia nuova e straordinaria, che potenzia la capacità che hanno detenuti di apprendere questi lavori è un salto qualitativo”.

Il progetto è stato finora realizzato nei tre carceri di Taranto, Civitavecchia e Genova Marassi. Secondo Tommaso Tanzilli, presidente di Ferrovie dello Stato, questa iniziativa rappresenta “un’opportunità che creiamo per coloro che sono in procinto di rientrare nella società civile. Il problema della ripetitività dei crimini commessi è dovuta al fatto che chi esce dal carcere non ha opportunità ed è abbastanza facile che delinqua nuovamente. Il nostro compito è creare opportunità e la possibilità di potersi reinserire nella società civile”.

Secondo Maurizio Marchesini, vice presidente di Confindustria, “il problema è noto: le imprese cercano figure professionali e non le trovano mentre le persone che escono dal carcere non trovano lavoro a causa dello stigma e della mancata preparazione. I numeri parlano chiaro: chi riesce a trovare un lavoro uscito dal carcere ha una possibilità più bassa di ricadere nel reato. Per chi esce dal carcere è tutto più difficile: quasi impossibile trovare un’abitazione, fare un conto corrente, avere un telefono o un mezzo di trasporto. Occorrerebbe un po’ di coordinamento, un aiuto a ricreare le condizioni di vita civile e una rete sociale”.

A illustrare nel dettaglio l’esito dell’iniziativa è stato Michelelangelo Mochi della Dive: “La realtà virtuale permette di imparare in modo sicuro ed efficace, di sbagliare senza conseguenze, permette di riuscire a chi non ci ha mai creduto. Durante l’esperienza immersiva abbiamo visto che i detenuti ci mettono passione e impegno ed è la conferma più preziosa del progetto pilota. ‘Folsom freedom’ è un modello di rinascita e una risposta concreta per restituire competenze, dignità e futuro a chi rischia di tornare a sbagliare soltanto perché non riesce a trovare alternative”.