Contenzioso si era aperto dopo definitiva liquidazione dell’Ente acquedotti siciliani. Tar accoglie ricorso del Comune di Salemi, Venuti: “Ora si apra dialogo”
PALERMO – “La Regione Siciliana, nelle sue varie articolazioni, dovrà farsi carico del problema della gestione del servizio idrico nei Comuni in cui operava l’Eas”. Lo afferma la prima Sezione del Tribunale amministrativo regionale per la Sicilia nella sentenza che accoglie il ricorso presentato dal Comune di Salemi contro i provvedimenti adottati dall’assessorato all’Energia e dal commissario ad acta designato dall’amministrazione regionale, Francesco Riela, che imponevano al Comune la presa in carico della rete acquedotti in vista della definitiva liquidazione dell’Ente acquedotti siciliani.
Il Tar, che già nel dicembre del 2018 aveva concesso la sospensiva dei provvedimenti, ha ritenuto “fondato” il ricorso presentato dal Comune, rappresentato dal legale Valeria Ciaravino, stabilendo che “le reti e gli impianti non possono essere trasferiti agli enti locali”.
“Siamo sempre stati convinti delle nostre buone ragioni – afferma il sindaco di Salemi, Domenico Venuti -. Accogliamo questa sentenza senza nessuno spirito di rivalsa ma come un punto di partenza verso un ragionamento che, come abbiamo sempre sostenuto, deve essere corale e paritetico. I Comuni non possono subire la presa in carico della rete acquedotti senza avere certezze sotto il profilo della sostenibilità economica dell’operazione e degli investimenti che la Regione deve fare per renderla efficiente. Il rischio era quello di mettere ko i bilanci, a discapito dei cittadini, – ancora Venuti – e questo non potevamo permetterlo”.
La decisione dei giudici amministrativi arriva a seguito del pronunciamento della Corte costituzionale, che nel novembre scorso aveva dichiarato l’illegittimità di un articolo della legge di stabilità regionale del 2017 con cui i Comuni venivano costretti a subentrare all’Eas nella gestione del servizio idrico prendendo in consegna le reti e gli impianti.
Il Tar, richiamando la sentenza della Consulta, sottolinea che il legislatore regionale “non possa affidare ai singoli Comuni la gestione del servizio idrico integrato” e che non sono possibili deroghe al principio di “unicità della gestione dell’ambito territoriale ottimale previsto nel Codice per l’ambiente”. Il sindaco di Salemi, infine, aggiunge: “Chiudiamo questa parentesi e apriamo un dialogo.