In Sicilia la metà dell'acqua continua a disperdersi, il record a Siracusa dove si arriva anche al 70%. E ad Agrigento e Trapani è sempre più un lusso: il servizio viene spesso sospeso o ridotto
CATANIA – I numeri siciliani del servizio idrico confezionano l’ormai consueto quadro disastroso che, ancora più pericolosamente, si consolida, anno dopo anno: perdite di rete più elevate d’Italia, le maggiori misure di razionamento e di sospensione del servizio nei comuni capoluogo e la minor fiducia degli utenti nei confronti della cosiddetta “acqua del sindaco”. Un complesso di fattori che determina, nella macroarea del Mezzogiorno, le più elevate spese per la fornitura di acqua per le famiglie e una preferenza abbastanza spiccata per il consumo di acqua minerale. A dare il quadro della situazione idrica nell’Isola e in Italia sono gli ultimi dati Istat.
DISTRIBUZIONE BUCATA
Nel corso del 2020, in tutta Italia si sono dispersi circa 0,9 miliardi di metri cubi di acqua, più di un terzo del flusso immesso in rete (36,2%), con una perdita giornaliera di 41 metri cubi… CONTINUA LA LETTURA. QUESTO CONTENUTO È RISERVATO AGLI ABBONATI