ROMA – Quasi 800 miliardi di euro da investire nella difesa europea. Una cifra mastodontica che, al mondo, ha eguali soltanto con la spesa militare degli Stati Uniti che, per il 2025, secondo il Dipartimento della Difesa di Washington, prevede un ammontare di 900 miliardi di dollari. E a brindare sono i produttori di armi che, con l’incremento della richiesta di artiglieria, vedono accrescere business e utili, sulla pelle dei più deboli.
Con il via libera del Parlamento europeo al piano “ReArm Europe” o “Libro bianco” annunciato in queste settimane dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, l’Europa ha tracciato la propria strada in direzione degli investimenti militari per proteggersi dalle minacce esterne. In primis, tra tutte, quella rappresentata dalla Russia di Vladimir Putin, ritenuto un “vicino ostile” dalla stessa donna più potente del Vecchio Continente in occasione dell’ultima plenaria dell’Europarlamento.
La prima parte del piano – che consta in totale di cinque punti – prevede l’attivazione della clausola di salvaguardia nazionale del Patto di stabilità e crescita, l’accordo internazionale stipulato ad Amsterdam nel 1997…

