PALERMO – Il quadro complessivo emerso dall’analisi che il Quotidiano di Sicilia, con diversi approfondimenti, ha condotto sul Prodotto interno lordo delle singole regioni italiane, fotografa una situazione economica diversa (e meno incoraggiante) rispetto a quella legata alle sole variazioni percentuali della crescita. Se quest’ultime, infatti, creano l’illusione di un Sud (e in particolare di una Sicilia) in risalita, i dati in euro dimostrano che il divario tra il Mezzogiorno e il Nord del Paese resta enorme, sia in quanto a ricchezza corrente, sia in quanto a sviluppo economico nel tempo.
Il divario tra il Mezzogiorno e il Nord del Paese resta enorme
L’aumento in volume del Pil siciliano rilevato da Istat tra il 2022 e il 2023 (+2,1%), per quanto rappresenti la percentuale più alta tra tutte le regioni italiane, non vale a piazzare l’Isola al primo posto nel Paese né in termini di prosperità economica né in termini di incremento della ricchezza. A smentire l’inganno di questa percentuale, lo abbiamo illustrato più volte, sono i numeri concreti, dai quali si evince come molte altre regioni (in certi casi del Sud) abbiano un Pil superiore a quello della Sicilia, e come l’aumento della ricchezza dell’Isola (in miliardi) non si avvicini neppure all’andamento economico di altri territori italiani, anche a parità di popolazione. Alla luce dei numerosi dati che abbiamo raccolto nelle passate pubblicazioni, è adesso possibile in un certo senso “tirare le somme” e mettere in fila i risultati più rilevanti emersi dalle nostre diverse elaborazioni sul tema. In base all’approccio che abbiamo adottato per ricostruire una panoramica generale del Pil italiano, territorio…