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Ricerca e innovazione, Regione siciliana prova a fare “rete”

PALERMO – Il governo Musumeci sarà impegnato nell’attività di supporto dell’attività di università ed enti pubblici di ricerca siciliani. “Per la prima volta la Regione – ha detto il presidente Nello Musumeci – rivestirà un ruolo attivo nella realizzazione di progetti di ricerca in Sicilia”.

Per questo qualche settimana fa Palazzo d’Orleans ha firmato un accordo con i rettori dei quattro atenei siciliani per creare un Polo per la ricerca e l’innovazione. Quattro i progetti che hanno avuto il via libera e che adesso saranno sottoposti alla valutazione del ministero dell’Università e della ricerca: il Centro nazionale di biodiversità (che vede come ente capofila il Cnr); il Centro per l’innovazione “Samothrace” sulle micro e nano tecnologie (Università di Catania); il potenziamento dell’infrastruttura di ricerca Km3Net in costruzione nel Mar Mediterraneo, una delle cui stazioni viene realizzata al largo di Portopalo di Capo Passero (Istituto nazionale di fisica nucleare); il riconoscimento di infrastruttura di ricerca strategica per la Fondazione di scienze religiose di Palermo. Il progetto del Centro di biodiversità, uno dei cinque previsti a livello nazionale, è l’iniziativa di ricerca e innovazione più importante sulla biodiversità mai tentata in Italia finalizzata a monitorare, preservare e valorizzare la biodiversità mediterranea.

Del Centro nazionale farà parte il complesso del Roosevelt di Palermo. La Regione avrà un ruolo attivo nel progetto di coordinamento del Comitato di indirizzo e il Cnr, insieme ai partner accademici e industriali, coordinerà le attività di ricerca e innovazione di circa mille ricercatori sparsi su tutto il territorio nazionale. Il progetto Samothrace punta a mettere in rete le competenze e le risorse relative alle micro e nano tecnologie.

Obiettivo del progetto è quello di valorizzare i risultati della ricerca, agevolare il trasferimento tecnologico e accelerare la trasformazione digitale delle imprese puntando alla sostenibilità economica e ambientale, con una ricaduta positiva anche sul tessuto sociale siciliano. Il terzo progetto fa capo alla Fondazione per le Scienze religiose “Giovanni XXIII, che ha sedi a Bologna e a Palermo, e porta per la prima volta in Italia il quartier generale di una infrastruttura di ricerca europea del settore umanistica. L’installazione dell’hub a Palermo significa invertire la rotta di emigrazione del capitale umano e collegare il capoluogo siciliano sia alla sua storia passata di porto delle culture e delle fedi, sia allo sviluppo di una futura geografia della ricerca europea e nazionale. La fondazione punta a ottenere il riconoscimento di infrastrutture di ricerca strategica della Regione Siciliana. Infine l’ultimo progetto riguarda la messa in opera di telescopi sottomarini di ultima generazione in grado di rivelare e studiare neutrini dalle sorgenti astrofisiche. La proposta di partenariato presentata dall’Istituto nazionale di Fisica nucleare (Infn) riguarda il potenziamento dell’infrastruttura di ricerca Km3Net in costruzione nel Mar Mediterraneo, una delle cui stazioni viene realizzata al largo di Portopalo di Capo Passero. A questa nuova iniziativa parteciperanno anche l’Università di Catania e l’Istituto nazionale di astrofisica.

“L’intesa sottoscritta a gennaio con le università della Sicilia – ha concluso il governatore – va nella direzione di intercettare meglio le risorse del Pnrr, facendo per la prima volta un gioco di “squadra” tra istituzioni, e di puntare sui nostri neolaureati. In questo modo potremo dare ai giovani siciliani un’alta formazione di elevata qualità, creare opportunità concrete e consentire alle nostre migliori intelligenze di potere lavorare con profitto nella nostra Isola”.
Raffaella Pessina