ROMA – Scoperto un farmaco in grado di migliorare le condizioni di salute di chi è affetto dalla Nafld, la steatosi epatica non alcolica, conosciuta anche come malattia del fegato grasso, un disturbo metabolico cronico che colpisce centinaia di milioni di persone in tutto il mondo.
L’approccio del nuovo principio attivo, si legge in una ricerca realizzata dall’Università della California che è stata pubblicata su Lancet Gastroenterology and Hepatology, è quello dell’inibizione di un enzima chiave della malattia. In questo modo gli studiosi puntano a rallentare lo sviluppo. Si è malati di Nafld quando il grasso si accumula nelle cellule del fegato.
La causa precisa non è nota, ma si ritiene che l’alimentazione e la genetica abbiano un ruolo sostanziale. La condizione non viene in genere notata fino a quando la malattia passa a essere una steatoepatite non alcolica, la Nash, una forma progressiva che può portare a cirrosi, tumore al fegato e insufficienza epatica.
Ad oggi il trattamento principale è basato sul miglioramento dei fattori che contribuiscono a sviluppare la malattia, con la perdita di peso, il miglioramento della dieta, un maggiore esercizio fisico e il controllo di diabete e ipertensione. L’inibitore individuato dagli studiosi, invece, interferisce con il diacilglicerolo-O-aciltransferace o Dgat2, una delle due forme enzimatiche necessarie per catalizzare o accelerare la produzione di trigliceridi, un tipo di grasso presente nel sangue.
Alti livelli di trigliceridi aumentano l’accumulo di grasso in tutto il corpo, incluso il fegato. I ricercatori hanno scoperto che dopo 13 settimane di trattamento, chi riceveva il trattamento dell’inibitore entimatico ha avuto riduzioni dei livelli di fegato grasso.