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Ricerca e sviluppo, spesa in aumento ma le imprese siciliane investono poco

Ricerca e sviluppo, spesa in aumento ma le imprese siciliane investono poco
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In Sicilia solo il 35% della spesa totale è fatta dalle aziende, il quart’ultimo dato più basso d’Italia

Investire nella ricerca e nello sviluppo non sembra essere una priorità per le imprese siciliane. Secondo i dati messi a disposizione dall’Istat nel report “Ricerca e sviluppo in Italia 2022-2024”, in Sicilia le aziende hanno speso 318 milioni di euro per le attività di ricerca e sviluppo, cioè l’insieme di lavori creativi intrapresi in modo sistematico, sia per accrescere l’insieme delle conoscenze, sia per utilizzare tali scoperte in nuove applicazioni pratiche.

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L’importo isolano rappresenta appena il 35% del totale della spesa effettuata da pubblico e privato insieme, una percentuale tra le più basse nell’intera penisola. La media nazionale, infatti, dell’apporto del privato è di ben il 60%, che sale al 78% in Piemonte e al 74% in Lombardia ed Emilia Romagna. I numeri più bassi, al contrario, si segnalano in Sardegna, al 20%, in Calabria al 21%, in Basilicata al 27%. I numeri assumono un valore ancora diverso se si considera che la Sicilia, rispetto alla spesa per R&S in tutta Italia, rappresenta appena il 3,3%.

Per macroregioni

I tre quarti della spesa totale, pari a 20,3 miliardi di euro, sono sostenuti da sei regioni, tutte nel Centro-Nord, e quelle che partecipano con oltre il 10% del totale sono Lombardia al 19,6%, Lazio al 14,7%, Emilia-Romagna al 13,1%, e Piemonte all’11,4%. Altre tre regioni sostengono una spesa superiore al miliardo di euro: il Veneto, con una quota regionale dell’8,3% della spesa totale, la Toscana al 7,2% e la Campania al 5,7%. Le regioni del Mezzogiorno contribuiscono complessivamente con una quota pari al 15,6%. Rispetto al 2021, si registra una tendenza all’aumento della spesa in R&S in tutto il territorio nazionale con punte massime nel Mezzogiorno. La crescita si è attestata al +11,2% nelle Isole e al +6,1% nel Sud; si registra una crescita complessiva superiore al 5% anche nel Nord-Ovest. I maggiori incrementi sono registrati in Basilicata, dove la crescita arriva al +25,4%, e in Sardegna al +15,2%.

La spesa nel privato in aumento 

L’aumento della spesa nel privato che si registra nel 2022 non interessa tutte le imprese. Le piccole imprese con meno di 50 addetti riducono, infatti, le proprie spese del 5,3% rispetto al 2021, mentre solo un lieve incremento riguarda le imprese di media dimensione, +1,2% rispetto all’anno precedente. Soltanto le grandi imprese procedono nella ripresa delle attività di R&S: non solo si confermano il soggetto più importante nelle attività di R&S con circa 11,7 miliardi di investimenti ma aumentano sensibilmente le spese, al +6,4%. Le imprese che investono di più in R&S sono concentrate nei settori della produzione di macchinari, autoveicoli e altri mezzi di trasporto: i tre settori insieme rappresentano oltre un terzo della spesa complessiva. Seguono il comparto dell’elettronica, l’informatica e la farmaceutica con quote superiori al 5%.

Al Sud invece…

Sempre a livello territoriale in Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e nella provincia autonoma di Bolzano almeno tre quarti della spesa è sostenuta da privati, mentre nel Sud ad occuparsene sono università e settore pubblico. Questi due ultimi settori complessivamente incidono per più dei due terzi nelle Isole, con punte dell’80% del totale in Sardegna e per oltre la metà nel Sud, con quote importanti in Calabria (78,5%) e Basilicata (72,8%). Infine, le regioni del Centro hanno una composizione della spesa più equilibrata, anche se la R&S del Lazio e dell’Umbria è sostenuta principalmente dal settore pubblico: nel caso del Lazio con il 42,3% dalle università e in Umbria con il 48,3%, mentre la R&S di Toscana e Marche è di natura prevalentemente privata, rispettivamente, 58% e 56%.