Solo 10 dei 120 Comuni in Sicilia chiamati a fornire i documenti sui danni provocati dagli incendi degli scorsi mesi hanno provveduto all’invio della PEC: il termine era alla mezzanotte del 19 gennaio e, sebbene il conteggio sia ancora parziale, si può dire che la richiesta è stata di scarso successo.
Il momento, dopo il rifiuto del Governo di dichiarare lo stato d’emergenza richiesto da Schifani, è particolarmente delicato. I danni ci sono, è evidente, così come rimangono le carenze e i piani da mettere in atto per contrastare gli incendi (estivi e non).
Luglio, agosto, ottobre: questi i mesi simbolo dell’emergenza incendi in Sicilia. I danni provocati sono immensi e la conta – a mesi di distanza – è ancora solo parzialmente nota: ci sono stati dei morti, intere palazzine sono andate distrutte, ettari di foresta e macchia mediterranea bruciati per sempre. Di fronte alla risposta negativa del Governo nazionale, Schifani ha risposto aspramente: “Uno Stato che nega ai cittadini il risarcimento di un danno di pubblico dominio, subito per colpe o eventi altrui, e lo fa sulla base di cavilli procedurali non applicati prima, non è lo Stato in cui mi riconosco”, le sue prime parole.
Nello Musumeci, ministro per la Protezione Civile, aveva motivato la scelta del Governo nazionale facendo riferimento proprio alla “mancanza dei documenti a supporto della richiesta”. Non c’erano le ordinanze dei sindaci che dichiaravano inagibili gli immobili devastati dalle fiamme.
Eppure, di fronte alla richiesta ai Comuni di presentare la conta dei danni degli incendi per presentare ricorso e cambiare il corso delle cose, hanno risposto solo in 10. Tra questi c’è Palermo, una delle città più colpite e con episodi anche mortali, con una richiesta di aiuti dal valore molto più alto rispetto alle cifre inizialmente divulgate.
Il governatore ha promesso il massimo impegno, anche da parte della Protezione civile. Nel frattempo, a chiedere i danni per l’emergenza incendi sono i privati. Tre privati hanno infatti chiesto un risarcimento, citando in giudizio la Regione, la Protezione civile, il Corpo della Forestale e i vigili del fuoco.
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