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Riconversione vigneti in Sicilia, ok alle deroghe per l’Ocm Vino

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Riconversione vigneti in Sicilia, ok alle deroghe per l’Ocm Vino

Michele Giuliano  |
venerdì 15 Aprile 2022

Da una questione time del deputato siciliano Antonio Lombardo le risposte positive dal governo nazionale

Dal governo nazionale buone notizie per i viticoltori siciliani: in commissione Agricoltura, come riferisce il deputato siciliano Antonio Lombardo che ha voluto porre la questione in evidenza durante un question time, è stato chiarito che i progetti di ristrutturazione e riconversione dei vigneti o di investimento presentati nella campagna 2021/2022 potranno usufruire delle deroghe contenute nella norma transitoria.

È previsto, infatti, un regime transitorio per le spese sostenute e i pagamenti effettuati per operazioni attuate anteriormente al 16 ottobre 2025, a condizione che, entro il 15 ottobre 2023, tali operazioni siano state parzialmente attuate e le spese sostenute ammontino ad almeno il 30% del totale delle spese pianificate, e che tali operazioni siano pienamente attuate entro il 15 ottobre 2025.

In pratica, la norma richiede unicamente che alla data del 15 ottobre 2023 i progetti siano ancora in corso di realizzazione e non scaduti per decorrenza dei termini. “Si tratta di una buona notizia – ha affermato il deputato del M5S, Antonio Lombardo – molto attesa dagli operatori del settore che adesso potranno lavorare sulla campagna vitivinicola 2021/2022 con più tranquillità”.

I progetti in questione sono quelli dedicati alla riconversione e alla ristrutturazione dei vigneti nell’ambito della Ocm vino, i cui finanziamenti sono assegnati dal ministero per le politiche agricole e dagli assessorati per l’agricoltura delle singole Regioni e provincie autonome.

L’operazione è pensata per ammodernare i vigneti dell’isola, distinguendo tra riconversione varietale, che consiste nel reimpianto sullo stesso appezzamento o su un altro appezzamento, con o senza la modifica del sistema di allevamento, di una diversa varietà di vite, ritenuta di maggior pregio enologico o commerciale, o nel sovrainnesto su impianti ritenuti già razionali per forma di allevamento e per sesto di impianto e in buono stato vegetativo.

La ristrutturazione, invece, consiste nella diversa collocazione del vigneto attraverso il reimpianto del vigneto stesso in una posizione più favorevole dal punto di vista agronomico, sia per l’esposizione che per ragioni climatiche ed economiche, o nel reimpianto del vigneto attraverso l’impianto nella stessa particella ma con modifiche al sistema di coltivazione della vite. Ancora, sarà possibile investire sul miglioramento delle tecniche di gestione dei vigneti attraverso operazioni di razionalizzazione degli interventi sul terreno, delle forme di allevamento, esclusa l’ordinaria manutenzione.

Nell’ultimo bando, l’Unione Europea non ha più consentito la possibilità di graduatorie specifiche per le riserve dove rientravano i territori sensibili che praticavano la viticoltura di montagna, in forte pendenza o nelle piccole isole, che erano finanziabili extra graduatoria. Un problema non indifferente, perché si tratta spesso di zone dalla ridotta dimensione ma dalle peculiarità di produzione e di qualità elevata, che però richiedono una quantità di fondi maggiorata rispetto alla produzione negli altri territori regionali.

Per continuare a tutelare anche questo tipo di viticoltura sono state quindi inserite le zone ad alta valenza ambientale, che comprendono le isole minori e le aree vitivinicole di pregio inserite nelle Doc riconosciute, dove si pratica la viticoltura a gradoni e a terrazzamento in zone montane superiori a 500 metri sul livello del mare. Le zone ad alta valenza ambientale hanno ricevuto un punteggio superiore ed un contributo pubblico del 65%.

Michele Giuliano

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