Il rifacimento della tribuna dell’autodromo di Pergusa non sarebbe un problema dal punto di vista delle normative ambientali. A dirlo è il Ministero in una risposta, allegata nei giorni scorsi al bollettino della VII commissione alla Camera dei deputati, a un’interrogazione parlamentare presentata dall’esponente di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli.
I quesiti portati all’attenzione del governo nazionale si inseriscono tuttavia in una situazione generale: a mettere in discussione l’intervento di riqualificazione, infatti, potrebbero essere altri fattori, a partire dalla messa in liquidazione del Consorzio ente autodromo di Pergusa (Ceap). Un colpo di scena arrivato in estate, che ha lasciato un grosso punto interrogativo sul futuro dell’infrastruttura dell’Ennese.
Iscriviti gratis al canale WhatsApp di QdS.it, news e aggiornamenti CLICCA QUI
Il lago e la pista
All’origine dell’interrogazione firmata da Bonelli c’è la coesistenza tra il lago di Pergusa e l’autodromo. Il primo, finito nel 2024 al centro dell’attenzione nazionale per il momentaneo prosciugamento causato dalla forte siccità che ha colpito la Sicilia, nel 1995 è diventato una riserva naturale speciale. Il secondo, invece, è stato costruito nel 1951.
Nel corso degli anni l’area naturalistica che ricade nel territorio comunale di Enna è entrata a far parte dei siti di interesse comunitario (Sic), per l’importanza del suo habitat, e delle zone di protezione speciale (Zps) per il ruolo strategico sul fronte dell’avifauna. A tali riconoscimenti si aggiunge il riconoscimento dell’Unesco per la presenza del geosito Rocca di Cerere Geopark.
“La Regione Siciliana, attraverso il fondo di sviluppo e coesione 2021/2027, avrebbe finanziato un progetto di manutenzione e messa in sicurezza della tribuna dell’autodromo, intervento che sarebbe propedeutico al rilancio del circuito di Pergusa”, si legge nell’interrogazione. Bonelli chiede al ministero quali iniziative si intendano adottare per salvaguardare il lago e il suo bacino lacustre da “attività non consone, né compatibili con le misure di tutela del sito”.
La risposta
“In merito al finanziamento annunciato dalle competenti strutture regionali, volta a dare avvio ad un progetto di manutenzione e messa in sicurezza della tribuna dell’autodromo, si deve innanzitutto precisare – si legge nella risposta data all’esponente di Avs – che un eventuale intervento, così come descritto dall’interrogante, non risulta in contrasto con quanto stabilito dal regolamento vigente”.
Il motivo sta nelle disposizioni che nel 2006 sono state adottate per la gestione della riserva naturale. Mentre nel 2001 – cinque anni dopo la sua istituzione – era stato adottato un regolamento che “prevedeva la dismissione dell’autodromo”, nel 2006 lo stesso venne aggiornato prevedendo “che l’autodromo – viene sottolineato nella risposta all’interrogazione – possa continuare la sua attività, seppure con limitazioni precise e soprattutto con il divieto di modifica dell’impianto e delle relative pertinenze”.
A riguardo il ministero ribadisce che il regolamento “impedisce qualsiasi ulteriore modifica dell’impianto e delle sue pertinenze, mentre non vieta le attività di manutenzione e di messa in sicurezza, interventi che verosimilmente si configurano come indispensabili ai fini del prosieguo dell’utilizzo dell’impianto stesso”.
La liquidazione del Consorzio
Ad agosto del 2022, quando a guidare la Regione era ancora per qualche settimana il governo Musumeci, la giunta regionale inserì il rifacimento della tribuna dell’autodromo tra i progetti da finanziare con le risorse del Fondo di sviluppo e coesione 2021-2027. L’investimento si sarebbe dovuto aggirare intorno al milione e mezzo di euro.
Di quei soldi, tuttavia, a oggi non si è più saputo nulla. A incidere in questo stallo potrebbe senz’altro essere stato l’epilogo che la scorsa estate ha avuto la storia del consorzio che gestisce l’autodromo. Con soci il Comune di Enna, l’ex Provincia e l’Aci (Automobile club d’Italia), è stato posto in liquidazione dopo che il consiglio comunale ennese – dove l’amministrazione Di Pietro è in minoranza – ha deciso che l’ente locale dovesse sfilarsi dal consorzio. Il voto contrario è arrivato al momento di decidere la proroga di un anno dello statuto del Ceap, in scadenza nel 2024.
In seguito a quel pronunciamento, l’ex Provincia e Aci, che si erano detti favorevoli alla proroga, hanno deciso di porre fine all’esperienza del Consorzio. A guidare l’ente, nella veste di commissaria liquidatrice, è subentrata l’avvocata Mariangela Corbo. “Al momento non posso dire nulla”, taglia corto Corbo alla richiesta di informazioni sul destino di quel finanziamento promesso dalla Regione.
Di Pietro: “Voto del Consiglio comunale sulla carta non avrebbe impedito al Libero consorzio e Aci di andare avanti”
Chi, invece, commenta la vicenda è il sindaco di Enna Maurizio Di Pietro: “Il voto del consiglio comunale, per quanto sconveniente per il destino dell’ente che in questi anni ha gestito l’autodromo, sulla carta non avrebbe impedito al Libero consorzio e all’Aci di andare avanti. Ma è stato deciso di fare diversamente”. La liquidazione dovrebbe portare alla restituzione dei beni ai singoli proprietari: la tribuna, in tal senso, è patrimonio del Comune, mentre la pista appartiene al Libero consorzio.
“Chiedersi se il finanziamento da un milione e 430mila euro deliberato nel 2022 dalla giunta regionale verrà erogato alla luce della messa in liquidazione del Ceap è comprensibile – va avanti Di Pietro –. Da parte nostra possiamo dire che se quei soldi arrivassero saremmo pronti a investirli per rimettere a nuovo la tribuna”. Ma con che funzione? “Cosa ne sarà dell’autodromo? Non è una risposta facile da dare. Certo è che senza un soggetto gestore ogni cosa diventa difficile da immaginare”.

