Rifiuti, ancora troppa discarica e aumentano gli scarti del riciclo - QdS

Rifiuti, ancora troppa discarica e aumentano gli scarti del riciclo

Rifiuti, ancora troppa discarica e aumentano gli scarti del riciclo

giovedì 02 Febbraio 2023

Cosa ci dice il Rapporto sui rifiuti urbani di Ispra del 2022 (su dati 2021) pubblicato nelle scorse settimane?

Cosa ci dice il Rapporto sui rifiuti urbani di Ispra del 2022 (su dati 2021) pubblicato nelle scorse settimane? Il totale dei rifiuti urbani (29,6 milioni di tonnellate) torna ad aumentare dopo il calo “Covid” del 2020: +2,3%. Sembra poco ma sono 677.000 tonnellate, un impianto di incenerimento grande come quello di Napoli (più o meno). L’aumento è meno intenso rispetto agli incrementi del Pil e dei consumi delle famiglie, rispettivamente, del 6,7% e 5,3 %. Il disaccoppiamento ancora non c’è o è debole.

La raccolta differenziata totale è arrivata al 64% (quasi 19 milioni di tonnellate di materiali), poco sotto all’obiettivo del 65% previsto dalla legge al 2012 (più 1% sul 2020). La frazione organica è il materiale più significativo, pari a 7,4 milioni di tonnellate con un aumento del 3% rispetto al 2020. Tutte le frazioni sono comunque in aumento rispetto all’anno precedente. Le differenze fra macro aree si stanno accorciando gradualmente, con il sud al 55,7%, il centro al 60,4% e il nord al 71 %. Nel 2021 il tasso di riciclo effettivo è rimasto al 48,1%, stabile rispetto all’anno precedente (48,4%). Questo dato appare incoerente rispetto all’aumento delle raccolte differenziate, ma è spiegabile con i nuovi criteri di calcolo definiti dalla commissione europea e con una maggiore cura dei materiali selezionati. Si allarga quindi la forbice fra raccolta differenziata ed avvio effettivo a riciclo, con un aumento degli scarti del riciclo che arrivano a 4,7 milioni di tonnellate, un flusso sempre più importante che deve trovare spazio in una rete impiantistica adeguata e moderna in Italia.

La gestione della frazione organica gestita (totale 6,8 milioni di tonnellate) è affidata soprattutto al sistema degli impianti di compostaggio (3,2 milioni di tonnellate) e degli impianti integrati aerobico/anaerobico (3,2 milioni di tonnellate). I digestori anaerobici ancora non decollano e gestiscono ancora solo 321 mila tonnellate, addirittura in riduzione rispetto al 2020, con una produzione di circa 90 milioni di metri cubi fra biogas e biometano. 450 milioni di metri cubi invece sono prodotti dagli impianti integrati aerobici/anaerobici, per un totale di 540 milioni di mc. Gli spostamenti infraregionali di frazione organica sono ancora elevati, pari a 2 milioni di tonnellate, in aumento del 13,4% rispetto al 2021. Si aggrava quindi un problema già grave. Le regioni che esportano sono Campania, Lazio e Toscana; le regioni che importano sono Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia.

L’incenerimento con recupero di energia è leggermente aumentato nel 2021, con un valore di 6,1 milioni di tonnellate di cui 5,4 di rifiuti urbani (+ 1,6 % rispetto al 2020, pari al 18,1% dei rifiuti urbani prodotti) divisi praticamente a metà fra frazione secca trattata e rifiuti tal quali. Gli impianti sono rimasti 37, la maggior parte localizzati nel nord Italia. L’energia prodotta è rimasta sostanzialmente la stessa (4,4 milioni di MWh, mentre l’energia termica si attesta su 2,4 milioni di MWh). Il coincenerimento di rifiuti urbani trattati, in impianti industriali (specie cementifici) è stato pari a 401.000 tonnellate, una modalità di gestione che potrebbe essere molto più sviluppata. I rifiuti urbani smaltiti in discarica (ormai quasi tutti trattati da TMB o TM) sono pari a 5,620 milioni di tonnellate, valore leggermente inferiore a quello del 2020 (5,820) e pari al 19% del totale dei rifiuti urbani. Si tratta di un valor sottostimato, visto che non si considerano gli scarti del riciclo avviati a discarica. Il numero di discariche si è ridotto da 131 a 126. Circa 550.000 tonnellate di rifiuti urbani sono smaltite in discariche di regioni diverse da quelle di produzione.

Nel 2021, i rifiuti urbani esportati all’estero sono circa 659 mila tonnellate, pari al 2,2% dei rifiuti urbani prodotti (un grande impianto di incenerimento). Rispetto al 2020, i rifiuti esportati aumentano del 13,3%. Le regioni che esportano sono Campania, Lazio e Abruzzo. L’Austria, il Portogallo e la Spagna sono i Paesi a cui sono destinate le maggiori quantità di rifiuti urbani.

L’Italia presenta un tasso di riciclo del 48,1% in linea con la media EU del 49% (obiettivo 65% al 235). Il tasso di recupero energetico dell’Italia (incenerimento + coincenerimento) è del 19,7% contro una media europea del 26%. Il tasso di discarica italiano è pari al 19 % (più probabile 25%) contro una media europea del 24% (obiettivo al 2035 10%).

Il campione dei comuni analizzato da Ispra, pari a 6670 enti che coprono il 90,1% della popolazione italiana, fa emergere un costo complessivo del servizio di gestione dei rifiuti urbani pari a 10,3 miliardi di euro, che diventano 11,4 miliardi di euro se parametrati a tutti gli abitanti italiani. Il costo abitante è pari a 185,6 euro con un aumento rispetto al 2020 del 4,6 %. Il costo a tonnellata è pari a 383 euro. La forbice fra regioni varia da 135 a 275 euro ad abitante e fra 280 e 485 euro a tonnellata.

Il Rapporto fornisce molti dati, ma alcuni dati di sintesi emergono chiaramente. Mancano impianti di digestione anaerobica per la produzione di biometano. Mancano impianti di recupero energetico per gestire l’indifferenziato e gli scarti del riciclo che aumentano ogni anno. Abbiano ancora troppa discarica (oltre il 20%). I rifiuti circolano ancora troppo: sia quando vanno all’estero (660.000 tonnellate) sia quando viaggiano fra diverse regioni (circa 3 milioni di tonnellate fra organico, rifiuti trattati in discarica o ad incenerimento). Non è un caso che aumentano i costi.

Chicco Testa
Presidente AssoAmbiente

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