Come finirà la questione rifiuti a Catania è una domanda da un milione di dollari. Non si sa ancora cosa accadrà in estate, quando dovrebbe scadere l’ennesima proroga del governo regionale per il conferimento dei rifiuti indifferenziati che sono ancora oltre il 40% del massimo consentito e non si sa come andrà a finire col progetto di realizzazione di due termovalorizzatori in Sicilia, piano ancora agli albori che, bisognerà vedere, se verrà riconfermato nella prossima legislatura.
Insomma si naviga ancora in alto mare mentre a breve una parte della spazzatura non riciclata potrebbe finire a Enna e un’altra parte a Gela. Non si sa neanche se si sarà costretti a trasferirne una parte eccedente di questi rifiuti fuori Sicilia con un aggravio di spese non sottovalutabile per il Comune e poi a cascata sui cittadini.
Intanto il Comune cerca di mettere quante più pezze possibili. Mentre sono ancora vivi gli echi delle polemiche dei Cinquestelle in Consiglio comunale per la proroga di 51 giorni disposta per decreto alla Dusty l’assessore all’Ecologia Adrea Barresi, che ieri ha partecipato a una riunione della Srr in cui è stato approvato il Bilancio, anticipa quelli che saranno i prossimi step e annuncia che il “porta a porta” nel quartiere Picanello scatterà prima del 20 giugno, esattamente il 29 maggio.
“Nella riunione con la Srr abbiamo fatto il programma per l’apertura del Porta a porta dal 20 giugno. Ma nelle more di quella data noi dal 29 maggio attiveremo con Dusty il Porta a porta in tutto il quartiere di Picanello. Sarà una novità assoluta e proprio in questi giorni faremo scattare una campagna di informazione per la cittadinanza che speriamo risponda attivamente all’iniziativa. Abbiamo tutti i piani operativi già pronti. Nel frattempo la Gema attiverà il suo piano di comunicazione che comincerà dal 20 maggio nei quartiere di Cibali, Nesima, S. Nullo Bassa e viale Rapisardi. Insomma altre 70 mila persone, nel volgere di un mese e mezzo, saranno interessate dal nuovo servizio che mira a incrementare massicciamente la percentuale di differenziata”.
Sui programmi di Srr e assessorato pende, però, la spada di Damocle di un ricorso al Cga presentato dalla Dusty avverso la sentenza sull’appalto e sull’affidamento del servizio a Gema. Nel documento inviato ai giudici del Consiglio di giustizia amministrativa l’azienda che ha ottenuto una proroga del servizio raccolta e smaltimento sino al 20 giugno chiede la “sospensione degli effetti della sentenza de Tar n. 831, spiegando, nei particolari, secondo il suo punto di vista, perché l’appalto fosse andato deserto nelle precedenti cinque gare, facendo riferimento anche a quello che ha ritenuto incongruo, e cioè l’importo a base d’asta, ribadendo che “le ragioni della mancata partecipazione alla sesta procedura di gara sono certamente da individuarsi nelle gravi plurime criticità e incongruità del disciplinare di gara e del Csa, oggi riproposte nella procedura di gara impugnata….”. E aggiungono ancora che “L’intero bando è intriso di prescrizioni aleatorie, economicamente incongrue ed illegittime che complessivamente considerate hanno impedito una seria formulazione di un’offerta economica”.
A questo punto la domanda sorge spontanea: cosa potrebbe accadere ai piani della Srr e dell’assessorato Ecologia se il Cga dovesse accogliere il ricorso Dusty? “Noi ovviamente – risponde Barresi – in base alle norme di legge abbiamo affidato l’appalto. Non stiamo ad aspettare l’esito dei ricorsi. Quindi procederemo assolutamente secondo il piano programmato. Comunque siamo abbastanza sereni perché abbiamo agito con estrema oculatezza e una volta che i giudici del Tar hanno dato ragione alla stazione appaltante Srrr non possiamo certamente perdere tempo. Dobbiamo accelerare. Oggi siamo oltre al 24% di differenziata nel totale. Miriamo di incrementare di molto nel volgere di pochi mesi”.
Il direttore della Srr, Carmelo Caruso non nasconde, però, la sua preoccupazione per quello che potrebbe accadere nel caso in cui il ricorso dovesse essere accolto dal Cga: “Noi stiamo procedendo secondo il programma, ma se il Consiglio dovesse dare ragione alla Dusty tutto si bloccherebbe. E sarebbe un disastro…”.
Secondo la normativa per evitare di trasferire rifiuti altrove Catania deve raggiungere il 65% di differenziata. Il rimanente 35% può essere conferito in discarica. Nel 2031 però la normativa prevede un abbattimento dell’indifferenziata in discarica che si attesterà sul 10%. In questo contesto si innesta la polemica senza fine sui termovalorizzatori.
Recentemente il direttore della Srr Catania metropolitana, Carmelo Caruso, ha spiegato che questi impianti sono l’unica soluzione futura per evitare l’emergenza. E difatti dopo il via della Regione un sito dovrebbe sorgere a Catania, nella zona industriale vicino alle ex acciaierie. Ma siamo sicuri che con questi ritmi Catania riuscirà davvero ad evitare la catastrofe?
Giuseppe Bonaccorsi