Inchiesta

Rifiuti, cronaca della perenne emergenza. Si paga il prezzo di decenni di immobilismo

Schifani dixit. Dopo una spasmodica attesa, il Governo regionale avrebbe autorizzato il conferimento dei rifiuti, non più accettati dal Tmb di Sicula Trasporti, presso la discariche della stessa Sicula, grazie a un’autorizzazione per 15 giorni, periodo in cui la suddetta società potrà solo abbancare i rifiuti senza mandarli né in discarica né all’estero. Nel contempo saranno effettuate analisi chimiche sul prodotto per verificare la sua compatibilità con il conferimento in discarica e annullare, quindi, il provvedimento emesso dalla regione e il conseguente blocco imposto dal Gip di Catania. Il problema di Sicula Trasporti con l’indice respirometrico finora non c’era stato perché conferivano ai termovalorizzatori. Nel caso di conferimento in discarica, invece, il problema si presenterà, e sarà necessario fare le omologhe. Intanto la Cts ieri ha fatto avanzare l’iter per arrivare l’autorizzazione per operare in R. Si tratta di informazioni che apprendiamo da fonti riservate, dato che, al momento della chiusura di questo giornale, nonostante le nostre numerose sollecitazioni, non siamo stati messi nelle condizioni di dare informazioni ufficiali ai cittadini-lettori.

Rifiuti, fino ad ora soluzioni tampone che lasciano il tempo che trovano

Sono state cinque le giornate di stop alla raccolta dei rifiuti indifferenziati nell’isola e definire questi ultimi giorni come “Un tranquillo weekend di paura”, utilizzando il titolo del film del 1972 diretto da John Boorman, può sembrare un eufemismo, ma quanto è successo tra venerdì scorso e ieri ci racconta come, di fatto, la gestione di emergenze come quella dei rifiuti, che emergenza non è ma segno di un’incapacità politica di visione e programmazione che affligge l’isola da decenni, sembra gestita esclusivamente in maniera improvvisata e con soluzioni tampone che lasciano il tempo che trovano.

Cinque notti lunghissime per circa duecento sindaci siciliani dopo lo stop all’impianto di Trattamento meccanico-biologico Sicula Trasporti di Lentini – dovuto alla mancata valutazione d’impatto ambientale cui ha fatto seguito un provvedimento dell’assessorato del Territorio e dell’Ambiente, col quale si negava alla discarica “l’autorizzazione al proseguimento delle attività in essere” – e il conseguente provvedimento, atto dovuto, del Gip di Catania. I primi cittadini hanno dovuto prendere atto di quanto il governo regionale ha ritenuto essere la soluzione in grado di scongiurare l’ennesimo crack del sistema rifiuti che avrebbe portato al riversamento nelle strade di quanto non sarebbe più stato conferibile, con il rischio di una crisi ambientale e sanitaria.

Il Governo siciliano sapeva ma ha preferito attendere

Dallo scorso sabato, infatti, i mezzi ecologici dei Comuni interessati direttamente allo stop al conferimento, sono tutti fermi nel cantiere, pieni, e in attesa di poter sapere in quale discarica conferire ma è altrettanto evidente che, appurato che la chiusura del Tmb di Lentini è frutto di un provvedimento regionale, il Governo siciliano sapeva ma ha preferito attendere anziché agire cercando sin da subito una soluzione.

Conferimento temporaneo dei rifiuti in altre discariche

A una riunione di sabato scorso convocata dall’assessore Roberto Di Mauro, hanno partecipato i vertici delle Asp di Messina, Catania, Ragusa e Siracusa, dell’Arpa Sicilia, oltre al capo dell’ufficio legislativo e legale della Regione, Giovanni Bologna, al dirigente generale del dipartimento per la Pianificazione strategica dell’assessorato alla Salute, Salvatore Iacolino e ai capi di gabinetto del presidente della Regione, Salvatore Sammartano e dell’assessore all’Energia Filiberto Fiorito e l’ingegner Francesco Arini, dirigente del servizio “Autorizzazioni rifiuti” dell’assessorato. Al termine dell’incontro l’assessore Di Mauro ha dichiarato di aver già “riconvocato una nuova riunione per lunedì mattina per approfondire altri aspetti e definire i contenuti dell’ordinanza che firmerà il presidente Schifani e che resterà in vigore solo per il tempo necessario per il ritorno della situazione alla normalità”, provvedimento che consentirà il conferimento temporaneo dei rifiuti, prima destinati al Tmb di Lentini e poi in altre discariche, in ulteriori impianti già autorizzati nell’Isola, superando così le difficoltà di smaltimento dei numerosi Comuni interessati.

Il governatore Renato Schifani, poiché nominato Commissario Straordinario per i rifiuti dal Governo, ha tutte le autorizzazioni necessarie a firmare l’ordinanza straordinaria che consente il conferimento temporaneo dei rifiuti in altre discariche ma, proprio sul suo ruolo, venerdì scorso Legambiente Sicilia, Wwf Sicilia Nord Occidentale e Zero waste Sicilia hanno presentato un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica per, si legge nel documento, chiedere “l’annullamento previa sospensione dell’efficacia del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 800/2024 del 22 febbraio 2024 (…), nonché di ogni altro atto presupposto, connesso e comunque consequenziale” indicando che nemmeno “l’aggiornamento al Piano regionale dei rifiuti, che precede il Decreto legge 9 dicembre 2023 n. 181 di appena due mesi, fa alcun riferimento ad un possibile stato di crisi del sistema di gestione dei rifiuti della Regione siciliana. Pertanto, appare evidente la totale mancanza delle condizioni fattuali esistenti nel territorio insulare tali da giustificare il ricorso a poteri straordinari in capo al Presidente della Regione”.

Dal 1° gennaio a oggi, sono stati emessi ben 5 decreti

Intanto, dal 1° gennaio a oggi, sono stati emessi ben 5 decreti per la “Autorizzazione al trasporto transfrontaliero (Economia Circolare) rifiuti” riguardanti i comuni di Campofelice di Roccella (PA) e di Termini Imerese (PA) e l’impianto produttore della ditta Sicula Trasporti in Catania per un totale, seppur con modi e tempi diversi, di 36.500 tonnellate di rifiuti destinati a impianti di termovalorizzazione in Spagna, Danimarca e Grecia. Per far fronte a un problema, quello del conferimento all’estero, la cui ricaduta economica incide pesantemente sulle fragili finanze dei comuni e sulle tasche dei cittadini.
Nell’attesa dei termovalorizzatori fortemente voluti dal governatore Schifani, nel Piano dei rifiuti Regionale non ancora entrato in vigore in quanto non ha ancora concluso il suo iter, si legge che “oltre al rafforzamento della differenziazione della spazzatura al momento della loro raccolta, è necessario il completamento della rete impiantistica integrata indicata nello stralcio al Prgr relativo ai rifiuti urbani che consente il recupero energetico, la riduzione dei movimenti di rifiuti e l’adozione di metodi e di tecnologie più idonei a garantire un alto grado di protezione dell’ambiente e della salute pubblica. Tradotta operativamente, significa che sarà “realizzata una rete provinciale di piattaforme pubbliche di selezione/recupero/affinazione dei rifiuti oggi conferiti ai Tmb (e degli scarti dal trattamento dei Rd conferiti in discarica), incrementando il numero, la potenzialità e le performance degli esistenti Tmb pubblici e realizzando nuove piattaforme pubbliche nelle province che al momento non sono dotate di impianti intermedi pubblici” che permetterà di avere, sul territorio siciliano, 16 nuovi Tmb contro i 5 attuali.

Lo stralcio al Prgr riguardante i rifiuti urbani non prevede la realizzazione di nuove discariche ma un ampliamento di quelle esistenti che è in corso di autorizzazione, e garantirebbe, sempre secondo il Piano rifiuti regionale, “il conferimento dei rifiuti che non possono essere valorizzati, neanche dal punto di vista energetico, e dei residui delle operazioni di valorizzazione energetica fino a oltre il 2035. A tal fine è previsto un ampliamento della capacità delle attuali 9 discariche che passerebbe da 2.124.723 mc a 9.466.132 mc”.

È pur vero, come si legge nel Piano rifiuti regionale, che “successivamente all’entrata in esercizio di tutti gli impianti pianificati, si prevede di raggiungere l’obiettivo previsto dalla nuova normativa, pari al 10% dei rifiuti raccolti (da mandare in discarica, ndr), 220.000 tonnellate, alla data prevista, il 2035, sempre in maniera lineare a partire dal quantitativo abbancato nel 2028, 410.000 tonnellate”.

La scelta di un ampliamento delle discariche

Ma la scelta di un ampliamento delle discariche, pur tamponando l’attuale e precaria situazione, avrà una ricaduta nel 2035, quando ci troveremo a dover bonificare, mettere in sicurezza e, se possibile, riconvertire una grossa parte del territorio occupata da vasche che diventeranno inutili. Come ci ricorda la Treccani la parola “emergenza”, sull’esempio di quella inglese “emergency”, indica una “particolare condizione di cose, un momento critico che richiede un intervento immediato, soprattutto nella locuzione stato di emergenza, espressione peraltro priva di un preciso significato giuridico nell’ordinamento italiano, che, in situazioni di tal genere, prevede invece lo stato di pericolo pubblico”. Ma la parola emergenza sembra piacere alla nostra classe politica trascurando però il fatto che l’uso improprio di questa parola che fa solo emergere tutte le carenze dovute ad una mancata programmazione rispetto ai temi della tutela ambientale e alla gestione delle emergenze stesse che, in Sicilia, diventano endemiche.

Intervista a Francesco Laudani, presidente della Srr metropolitana della provincia di Catania

“Discariche quasi sature, non ci sono spazi. Indifferenziata va raccolta ogni 15 giorni”

Francesco Laudani

La situazione resta esplosiva. Nonostante nella provincia di Catania non è ancora deflagrata, resta alta la preoccupazione dei sindaci che fanno parte della Srr Area metropolitana e del presidente Francesco Laudani per la chiusura dell’impianto di Trattamento meccanico biologico (Tmb) della discarica Sicula Trasporti e per la conseguente emergenza rifiuti ricaduta, nel giro di qualche ora, sui Comuni che vi conferiscono l’immondizia. Un obbligo scaturito dal provvedimento dell’assessorato regionale Territorio e Ambiente che nega l’autorizzazione all’impianto a proseguire fino alla verifica dell’assoggettabilità a Via.

Il provvedimento regionale che dovrebbe consentire di abbancare i rifiuti nelle altre discariche della Sicilia e che potrebbe risolvere temporaneamente la situazione, dovrebbe mitigare l’emergenza nei prossimi giorni, ma resta il fatto che l’isola resta ostaggio della spazzatura e che, ogni anno, ogni estate in particolare, la situazione precipita.

“È cosa nota che le discariche in Sicilia siano tutte praticamente esauste – afferma il presidente della Società di regolamentazione rifiuti Catania area metropolitana, Francesco Laudani -. Gli spazi non ci sono”.

Con l’ordinanza si potrà aumentare il quantitativo, dato che il presidente della Regione Schifani ha potere commissariale, ma sarebbe comunque un provvedimento tampone. Laudani è categorico e lo dice da tempo: occorrono gli impianti per evitare l’emergenza continua. Sebbene, per quanto riguarda la situazione dei Comuni serviti dalla Srr etnea sia meno drammatica che altrove.

“In questa fase non certo fortunata, noi abbiamo avuto la fortuna data dal calendario – prosegue il presidente della Srr – e anche dal fatto che, in molti Comuni, la raccolta della frazione indifferenziata avviene ogni 15 giorni, proprio grazie alle attività messe in atto in questi anni per diminuire i rifiuti conferiti in discarica”.

Il problema resta la città di Catania, dove la raccolta differenziata è cresciuta ma non così tanto da veder abbattuta l’indifferenziata, il cui quantitativo aumenta con la bonifica continua delle micro discariche, e i compattatori sarebbero già colmi. L’indifferenziata, però, nel capoluogo si raccoglie il giovedì notte, per cui ci sono ancora un paio di giorni di respiro, anche se in alcune strade, in centro come in periferia, si sono già creati degli accumuli notevoli. Situazione che potrebbe verificarsi anche in altri dieci Comuni della Srr che conferiscono a Sicula Trasporti. “Altri Comuni potrebbero avere qualche contraccolpo se la situazione non si definirà – sottolinea Laudani – e anche se molti comuni sono virtuosi, l’emergenza ricadrà presto anche sul nostro territorio”.

Nel frattempo si attende ancora il Piano rifiuti della Regione, lo stesso che prevede la realizzazione di due termovalorizzatori – uno nel catanese e uno nel Palermitano – ma che non è stato ancora approvato. “I termovalorizzatori sono la soluzione – aggiunge Laudani – ma ci vorranno due o tre anni per realizzarli”.

Nel frattempo, oltre l’emergenza restano i costi. Quelli normali e quelli extra, sostenuti dai Comuni e quindi dai cittadini, per portare rifiuti fuori dalla Sicilia. “A brevissimo andrà in aula all’Ars la questione degli extracosti – dice ancora il presidente della Srr – e sapremo se la Regione ci darà il contributo che ha annunciato, ma la situazione resta drammatica fino a quando non si avranno gli impianti di trasformazione”.

“Alla luce di questa emergenza – conclude – occorre iniziare a modificare i Piani di intervento dei Comuni, mettendo per tutti la raccolta dell’indifferenziato ogni 15 giorni. Buona parte del rifiuto può essere differenziato – ribadisce – basta solo impegno e attenzione”.