Appello delle Associazioni ambientaliste al ministro Costa ed al presidente Musumeci. Persino le aree Unesco del Sud Est vengono intaccate dalle ricerche nel sottosuolo
SIRACUSA – Una svolta che garantisca la tutela dell’ambiente e la salute dei cittadini. È quanto chiedono in un documento inviato al Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, ed al Presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, le Associazioni ambientaliste Legambiente, Italia Nostra, Zero Waste, i Comitati Territoriali della Rete Centro-Orientale Siciliana ed il Coordinamento No Triv Val di Noto.
“Rifiuti, impianti industriali, politica energetica sono le lame infisse nelle carni della nostra Isola – affermano i Comitati e le Associazioni – in buona compagnia con altre ferite inferte a persone e territori e ormai incancrenite. La politica energetica del paese, basata sulle fossili, ha compiuto scempi di coste e persone. Raffinerie che ammorbano l’aria e serbatoi che inquinano le falde, stabilimenti e piattaforme in mare sempre più obsoleti e pertanto sempre più esposti a rischio di incidenti gravi per un prevedibile e crescente degrado manutentivo.
Persino le aree Unesco del sud est vengono intaccate dalle prospezioni e dalle ricerche nel sottosuolo, ponendo quelle aree a rischio senza alcun corrispettivo, peraltro impossibile a commisurarsi al rischio stesso”. “Nelle aree industriali – proseguono – nelle quali dalla metà del secolo scorso imperano gli stabilimenti petrolchimici vi sono gruppi che hanno agito o agiscono senza tenere in alcun conto la salute delle persone e dei territori; nessuna mitigazione seria è stata approntata, nemmeno sui disagi olfattivi, veri e propri attentati alla salute. Nessuna bonifica è partita, e se ci riferiamo all’area del Sin Priolo che comprende Augusta, Priolo, Melilli e Siracusa, da sessant’anni una industria di rapina “ci aiuta a casa nostra”, distruggendo corpi, anime e dignità mediante l’osceno scambio fra il lavoro da una parte e ambiente e salute dall’altra”.
“Deve essere poi rigettata con forza – aggiungono – la proposta di estensioni delle Zone di Espansione Speciale Zes, su superfici soggette a vincolo di bonifica, (come sta accadendo per il Sin Priolo) perché questo non è che è un modo per eludere la bonifica e la riconversione di quei luoghi. Nel comparto del ritiro e del trattamento dei rifiuti, o meglio sarebbe della trasformazione dei rifiuti in materiali e risorse, permane massimo il rischio di resa alla delinquenza organizzata o alle lobby dedite alle grandi speculazioni sulla salute delle persone e sulla salubrità dei territori”. “Le Associazioni ambientaliste e i Comitati Territoriali – concludono – debbono diventare destinatari privilegiati di informazione e interlocuzione sui temi dei Rifiuti, sulla conduzione e sulla bonifica dei Sin, sulle questioni connesse alla politica energetica e ai nuovi progetti industriali pericolosi che si tenta di avviare. Chiediamo con forza, inoltre, sia l’annullamento dei decreti regionali che hanno aperto le porte alle prospezioni nel sud est della Sicilia, sia l’avvio immediato delle bonifiche già autorizzate. Ci consideriamo di fronte ad una emergenza senza precedenti. Mai come oggi la Sicilia è ad un punto di snodo della propria storia e l’unica via di uscita dalla situazione attuale non può che essere rappresentata da interventi progettati e condivisi fra le massime istituzioni e la società civile riunita in Comitati Territoriali e in Associazioni ambientaliste, ognuno per le proprie competenze. Con questi obiettivi minimi, ci poniamo in fiduciosa attesa di passi chiari e inequivocabili verso trasparenza, giustizia, legalità, collaborazione”.