Lo ha detto Manuela Leone, presidente di Rifiuti Zero, nel Focus su Catania organizzato dal Pd. Il nodo del Piano."Applicare la legge, non sostituire i re delle discariche con i re dell'incenerimento"
“In Sicilia, in tema di rifiuti, la politica deve comprendere che non è più tempo di incompetenze: deve mettersi accanto tutte le migliori forze espresse dalla società civile per rimediare a questo disastro”.
Lo ha detto Manuela Leone, presidente di Rifiuti Zero Sicilia – referente del movimento internazionale Zero Waste Italy -, intervenendo ieri nel Palazzo Platamone al Focus su Catania organizzato dal Pd.
L’esponente dell’Associazione ha sottolineato la necessità di non ripetere gli errori del passato, “scelte vetuste che inchioderebbero questa terra al Medioevo della gestione dei rifiuti”, per risolvere un problema diventato “strutturalmente emergenziale”.
In Sicilia – come sottolineato in un documento sottoscritto in aprile da Rifiuti Zero, Legambiente e Wwf – siamo di fronte, secondo Manuela Leone, a cicliche “crisi sistemiche con cause precise: la mancata osservanza delle norme esistenti. Mancano l’impiantistica prevista dalla legge, la gerarchia dei rifiuti, gli impianti di gestione delle materie: carta, cartone, plastica, legno, e, prima di tutto, l’organico”.
Nelle grandi città in primis Catania e Palermo, “registriamo sei gare andate deserte nel primo caso e una gestione fallimentare nell’altro” e questo a causa di “una politica totalmente incapace di innescare inversioni di tendenza, guidandole mettendo al centro gli interessi della comunità, la salute fisica ed economica dei cittadini”.
“Ma soprattutto registriamo silenzi e invece dobbiamo puntare su ciò che di più avanzato la cultura della gestione dei rifiuti ci mette a disposizione”.
“Nella nostra Isola – ha sottolineato l’esponente di Rifiuti Zero – non serve tanto un Presidente commissario straordinario, ma serve osservare la legge attuando le prescrizioni che essa prevede. Seguire le direttive europee che prevedono prevenzione, riutilizzo, riciclaggio e non discarica o incenerimento: è l’unica strada percorribile. E non basta cambiare nome alle cose, parlando di termoutilizzatori: si prendono in giro i cittadini. Senza contare che ci vorrebbero sette anni solo per costruirli. Come si può pensare di far proseguire l’emergenza per tanto tempo? Gli inceneritori non sono più la soluzione al problema, lo dice l’Europa da anni e lo ha ribadito nelle linee guida agli investimenti ‘verdi’ del Pnrr”.
Costruire inceneritori in Sicilia significherebbe, per Rifiuti Zero, “sostituire i re delle discariche con i re dell’incenerimento, permettendo loro di tenere ancora sotto scacco un sistema che, invece, potrebbe creare, per esempio, posti di lavoro”.
Per Manuela Leone, il primo problema dei rifiuti in Sicilia è dunque “l’assenza di un Piano rifiuti che effettivamente pianifichi: quello varato dal Governo Musumeci, invece, non pianifica, non risponde ai più elementari principi di Better regulation. Lo stesso Consiglio di giustizia amministrativa ha scritto che il risultato ‘è per nulla attendibile’ per la difficoltà di ‘Discernere … contenuti specificatamente normativi distinguendoli da dichiarazioni programmatiche ed esortative o di intenti'”.
“La vera sfida della politica – ha concluso – è dunque quella di cogliere la necessità di questo cambio di paradigma economico. Una sfida del presente, non del futuro”.
Sono Presidente del Consiglio Comunale di Saponara. Abbiamo dovuto aumentare la Tari, perché mancano le piattaforme dove conferire l’umido. Nonostante il 91%di raccolta differenziata paghiamo di più in quanto mancano le infrastrutture soprattutto le piattaforme per l’umido, siamo costretti a conferire fuori Sicilia