Rifiuti, per il nuovo Governo la sfida della semplificazione - QdS

Rifiuti, per il nuovo Governo la sfida della semplificazione

Rifiuti, per il nuovo Governo la sfida della semplificazione

Chicco Testa  |
venerdì 07 Ottobre 2022

Per il nuovo Governo un'agenda concreta e chiara, realizzabile da subito ed in poco tempo

di Chicco Testa
Presidente AssoAmbiente

Fervono le trattative per formare il nuovo Governo nazionale, che dovrebbe iniziare a lavorare a fine ottobre. L’augurio è che sia un Governo composto da persone autorevoli e competenti (a partire dal Ministro della Transizione Ecologica). La maggioranza che sostiene il Governo è forte e ci auguriamo che il Governo governi e sia quindi capace di un programma di legislatura forte ed incisivo.

Sul tema gestione dei rifiuti Assoambiente ha avanzato durante la campagna elettorale 12 proposte semplici e concrete, che il nuovo Governo potrebbe incorporare nel suo programma e nella sua azione, fin dal primo giorno. Che proposte sono?

Per prima cosa serve limitare gli interventi sulla normativa, eliminando le disomogeneità territoriali e semplificando, per quanto possibile, gli adempimenti a carico delle imprese. Se si vogliono fare gli impianti, serve semplificare i procedimenti autorizzativi rendendo perentori ed effettivi i termini per il rilascio di pareri da parte delle Amministrazioni, con la previsione del silenzio-assenso.

Ma anche immaginando, per gli impianti strategici, un percorso di semplificazione straordinaria (come fatto per il Ponte Morandi o per i Gassificatori). In fondo il centro-destra ha una tradizione in materia di semplificazioni radicali (inceneritore di Acerra, Ponte di Genova, Legge Obiettivo).

In questo quadro ancora molto resta da fare per razionalizzare, ottimizzare e uniformare il sistema dei controlli e delle normative e regolamenti locali, digitalizzando i molti modelli di dichiarazione richiesti. Vanno fatti gli impianti che mancano. Basterebbe applicare il Programma nazionale di Gestione dei rifiuti, approvato dal Governo uscente, monitorare e controllare i Piani Regionali, vigilare sulla loro realizzazione, usando tempestivamente i poteri sostitutivi in caso di inerzia (basta applicare il recente decreto del Governo Draghi). In cinque anni il gap impiantistico esistente potrebbe essere sostanzialmente superato, anche utilizzando le risorse del PNRR.

Una delle prime cose che il Governo dovrà fare è definire risposte a breve e a medio termine per fronteggiare la crisi energetica. Il settore dei rifiuti può dare una mano al Governo in questa fase: aumentare il riciclo di rifiuti speciali ed urbani riduce i consumi di energia; fare tutti gli impianti di digestione anaerobica consente di raggiungere l’obiettivo di oltre 4 miliardi di metri cubi di biometano al 2026; usare tutta la frazione combustibile dei rifiuti urbani e speciali negli inceneritori o per la produzione di biocarburanti aggiunge altri punti percentuali alla sostituzione di gas russo. Un “pacchetto” energia da rifiuti è un capitolo centrale della strategia energetica ed il nuovo Governo è composto da forze politiche che non hanno mai detto no ai nuovi impianti.

Occorre applicare subito la nuova strategia per l’economia circolare approvata dal Governo uscente. Riconoscere la strategicità degli impianti di riciclo e recupero dei rifiuti e degli scarti, e individuare le necessità infrastrutturali e impiantistiche e realizzarli (anche grazie ai fondi PNRR). Ma servono anche nuovi strumenti di mercato ed incentivi. Il nuovo Governo può sbloccare il mercato del recupero, rendere i materiali e i prodotti cosiddetti “secondari” una risorsa conveniente e accessibile per il mercato e per i settori della trasformazione, attraverso la semplificazione dei percorsi normativi di riconoscimento degli End of Waste e dei sottoprodotti.

Il Governo dovrà subito tutelare cittadini ed aziende (anche quelle che gestiscono i servizi di igiene urbana) dall’aumento dei costi dell’energia e dai ritardi nei pagamenti da parte delle P.A., che pongono a serio rischio soprattutto le imprese che operano nella raccolta dei rifiuti urbani. Infine è urgente intervenire sul carico burocratico-amministrativo che oggi rallenta gli interventi di bonifica dei siti inquinati per aumentare gli interventi di risanamento, riducendo l’uso di aree vergini.

Una agenda concreta e chiara, realizzabile da subito ed in poco tempo. Risolvere in Italia il problema dei rifiuti è una medaglia che questo Governo, se vuole, può appuntarsi sul petto nei prossimi anni.

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