Home » Ambiente » Rifiuti, il Pd presenta interrogazione contro discarica a Serradifalco: “Elevato rischio ambientale”

Rifiuti, il Pd presenta interrogazione contro discarica a Serradifalco: “Elevato rischio ambientale”

Rifiuti, il Pd presenta interrogazione contro discarica a Serradifalco: “Elevato rischio ambientale”
Rifiuti in discarica, Imagoeconomica

Per i dem tra i motivi che dovrebbero indurre la Regione a rivedere le proprie decisioni c’è anche quello riguardante gli altri siti che in provincia hanno in passato ospitato rifiuti

Evitare di andare incontro a quello che viene definito un “disastroso impatto ambientale”. È la richiesta che il gruppo all’Ars del Partito Democratico fa al governo Schifani per quanto riguarda il progetto di discarica portato avanti dalla Caltanissetta Tmb Srl a Serradifalco.

La società, di proprietà della famiglia Quercioli Dessena, ha ottenuto già nel 2019 l’autorizzazione per la realizzazione di un sito di abbancamento dei rifiuti, anche se i lavori di costruzione sono ancora in corso. Motivo per cui la scadenza dello stesso nulla osta, di durata naturale di cinque anni, è stata prorogata dalla Regione di altri due.

Nel frattempo, l’impresa ha presentato una proposta di modifica sostanziale dell’impianto: da una parte ha chiesto di ampliare l’area, dall’altro – ed è l’aspetto che più preoccupa – di poter ricevere una gamma più vasta di tipologie dei rifiuti.

I dubbi del Pd

L’interrogazione del gruppo dem, con primo firmatario il deputato regionale Fabio Venezia, arriva a distanza di oltre un anno da una precedente richiesta di chiarimenti. “Premesso che in data 24 luglio 2024 è stata depositata dai sottoscritti deputati l’interrogazione parlamentare n. 1104 avente ad oggetto “Notizie in merito all’inserimento nel Piano regionale di Gestione dei rifiuti dell’impianto di Trattamento Meccanico Biologico (TMB) con annessa discarica nel territorio ricadente nel Comune di Serradifalco (CL)”, che ad oggi la stessa, nonostante sia decorso più di un anno, non è stata ancora riscontrata”, si legge nella parte introduttiva.

L’opposizione, rivolgendosi al presidente della Regione Renato Schifani e all’assessore ai Rifiuti Francesco Colianni, riporta l’attenzione sulle criticità che hanno accompagnato il progetto, portando il Comune di Serradifalco a sollevare obiezioni anche davanti al Tar. Ricorso che dovrebbe essere esaminato nel merito la prossima primavera.

Il testo del Pd

“L’area ricade nella zona territoriale omogenea E – verde agricolo, all’interno della fascia di rispetto di aree boscate, e inoltre la tavola 7 del Prg di Serradifalco evidenzia che porzioni dell’area su cui sorgerà la struttura ricadono all’interno di un’area vincolata a forestazione”, scrivono i deputati, ricordando che una legge del 1985 dispone che “sono sottoposti a vincolo paesaggistico i terreni coperti da foresta o da boschi, ancorché percorsi o danneggiati dal fuoco e quelli sottoposti al vincolo di rimboschimento”.

A ciò si aggiungono rilievi riguardanti la presenza di faglie nell’area individuata, a ridosso del monte Rabbione, nonché il rischio idrogeologico e la pericolosità idraulica della stessa zona. Non di secondaria importanza, infine, il fatto che la discarica confinerà con un’azienda agricola che si occupa anche della produzione di prodotti biologici.

La questione ceneri

Al centro dell’interrogazione ci sono anche le modifiche che l’azienda ha chiesto di poter apportare al progetto. L’istanza dovrà essere sottoposta a valutazione d’impatto ambientale, ma per il Pd ci sono già i termini per metterne in discussione l’approvazione.

“La Caltanissetta Tmb ha presentato un ulteriore progetto per l’integrazione di nuovi codici rifiuto da ammettere alla discarica, che comportano modifiche strutturali all’impianto oltre a un ulteriore aggravio dell’impatto ambientale – viene ricostruito –. Sono previsti, infatti, tra gli altri, conferimenti di rifiuti pericolosi provenienti da incenerimento, fanghi industriali e provenienti dal trattamento di acque reflue, rifiuti provenienti dalla frantumazione del metallo e dalle operazioni di bonifica dei terreni”.

Le bonifiche da fare

Per i dem tra i motivi che dovrebbero indurre la Regione a rivedere le proprie decisioni c’è anche quello riguardante gli altri siti che in provincia hanno in passato ospitato rifiuti. “Nello stesso territorio sono state chiuse per esaurimento due discariche che oggi sono destinatarie di altrettanti finanziamenti regionali finalizzati alla bonifica delle stesse – si legge – Appare un controsenso non solo realizzare una nuova discarica dove altre chiuse sono in attesa di essere bonificate, ma addirittura autorizzare ampliamenti per tipologie di rifiuti altamente pericolosi con impatti ambientali devastanti”.

Iscriviti gratis al canale WhatsApp di QdS.it, news e aggiornamenti CLICCA QUI