Prima di stabilire che le modifiche che si vogliono apportare all’impianto per il trattamento meccanico-biologico (Tmb) non sono sostanziali, sarà necessario avviare la procedura di assoggettabilità alla Via. È il responso dato dall’assessorato regionale Territorio e Ambiente alla Sicula Trasporti, la società proprietaria della discarica di Lentini ma che da oltre un anno porta i rifiuti indifferenziati fuori dall’isola, in particolar modo nei termovalorizzatori dell’Europa centro-settentrionale. La decisione riguarda i processi che precedono il trasferimento dei rifiuti, ovvero quanto avviene all’interno del Tmb.
L’impresa, che da quasi quattro anni è guidata dagli amministratori giudiziari dopo il coinvolgimento dei proprietari, i fratelli Antonello e Salvatore Leonardi, nell’inchiesta Mazzetta Sicula, in autunno aveva presentato l’istanza di valutazione preliminare di un progetto che prevede l’integrazione dell’operazione di recupero tra quelle autorizzate dalla Regione negli anni in cui l’azienda smaltiva i rifiuti abbancandoli nella discarica al confine tra le provincia di Siracusa e Catania. Una modifica che per la ditta non comporterebbe alcuna conseguenza sul piano ambientale. Per la Regione, però, è prematuro per dirlo: “Con la documentazione in atti non si ritiene possano essere valutati compiutamente gli impatti a seguito della modifica”, è la posizione della commissione tecnica-specialistica dell’assessorato al Territorio.
La decisione della Regione è stata ufficializzata, il 17 gennaio, con un decreto della dirigente generale Patrizia Valenti. Di fatto si dispone un’ulteriore e più articolata verifica degli atti presentati dalla Sicula Trasporti, al fine di capire se per andare avanti nell’iter bisognerà effettuare la canonica valutazione degli impatti ambientali. Procedura che per sua natura necessita di tempi più lunghi. Dal canto proprio, la società aveva deciso di ricorrere a quanto previsto dall’articolo 6 del codice dell’Ambiente che, al comma 9-bis, prevede che “nell’ambito dei progetti già autorizzati, per le varianti progettuali legate a modifiche, estensioni e adeguamenti tecnici non sostanziali che non comportino impatti ambientali significativi e negati” si possa chiedere una valutazione preliminare per individuare quale procedura avviare per ottenere il via libera agli interventi. L’auspicio dei proponenti, in questi casi, è chiaramente quello di percorrere la strada più breve per arrivare all’obiettivo. Così, invece, non sarà.
Come descritto a ottobre dal QdS, la proposta di modifica delle autorizzazioni avanzata da Sicula Trasporti riguarda la possibilità di gestire i rifiuti con i processi indicati alla sigla R12. Ovvero il pretrattamento, la cernita, la frammentazione, la compattazione, la pellettizzazione, l’essiccazione, la triturazione, il condizionamento, il ricondizionamento, la separazione e il raggruppamento. Nel presentare l’istanza, l’impresa ha sottolineato che “la richiesta scaturisce dalle considerazioni emerse in sede di tavolo tecnico tenutosi in data 28 novembre 2022 al fine di affrontare alcuni approfondimenti tecnici e amministrativi inerenti la coerenza tra i processi produttivi attualmente autorizzati e le pratiche attuate dalla società per la gestione dei relativi rifiuti prodotti a seguito di trattamento meccanico e biologico dei rifiuti in ingresso”.
Nonostante al momento non siano stati emessi decreti, il QdS ha verificato che la commissione tecnica-specialistica della Regione ha dichiarato necessaria l’attivazione della procedura di verifica di assoggettabilità alla Via anche per le modifiche al biostabilizzatore. L’impianto, in cui finisce il cosiddetto sottovaglio umido prodotto in uscita dal Tmb, è al centro di un’altra richiesta di nulla osta per modifiche non sostanziali. La Sicula Trasporti l’ha presentata alla Regione, con motivazioni simili a quelle che interessano il trattamento meccanico-biologico. Il 22 dicembre, però, dalla Cts è arrivato il responso: “Il progetto deve essere sottoposto alla procedura di verifica di assoggettabilità”. Specificando anche che, in considerazione delle modifiche proposte anche al Tmb, “non è possibile escludere impatti significativi derivanti dall’effetto cumulo dei due impianti”. Una posizione netta a cui con molta probabilità seguirà il relativo decreto da parte dei vertici dell’assessorato al Territorio.