Rifiuti, nuova istanza della Sicula Trasporti alla Regione

Gestione e recupero dei rifiuti, nuova istanza della Sicula Trasporti alla Regione: le modifiche richieste

Daniele D'Alessandro

Gestione e recupero dei rifiuti, nuova istanza della Sicula Trasporti alla Regione: le modifiche richieste

Simone Olivelli  |
mercoledì 06 Dicembre 2023

La Sicula Trasporti chiede di avere la possibilità di gestire i rifiuti anche nell'ambito delle operazioni cosiddette R12 e R13.

Dopo l’impianto per il Tmb, quello per la biostabilizzazione. La nuova richiesta di apportare mutamenti nella gestione dei rifiuti arriva dalla società Sicula Trasporti ed è stata notificata alla Regione Siciliana a novembre. Si tratta, anche in questo caso di un’istanza riguardante una modifica ritenuta non sostanziale rispetto alle autorizzazioni ambientali ottenute dall’impresa dei fratelli Leonardi – poi sequestrata nella primavera del 2020 in seguito al blitz Mazzetta sicula – e segue di fatto i cambiamenti che da ormai oltre un anno interessano gli impianti di Lentini, al confine con la provincia di Catania. Sicula Trasporti, infatti, dal 14 novembre 2022 non smaltisce più la spazzatura in Sicilia, rivolgendosi ad altri impianti – soprattutto termovalorizzatori – in altre regioni italiane e soprattutto all’estero. Per farlo, però, è necessario avere le carte in regola anche da un punto di vista strettamente formale: “La richiesta, da ritenersi non sostanziale e non richiedente alcuna modifica impiantistica e di processo ad oggi autorizzata, scaturisce dalle considerazioni emerse in sede di tavolo tecnico tenutosi in data 28 novembre 2022”, si legge nella relazione con cui Sicula Trasporti chiede di avere la possibilità di gestire i rifiuti anche nell’ambito delle operazioni cosiddette R12 e R13.

Quali sono le modifiche richieste

Con R12 ed R13 si intendono le procedure riguardanti rispettivamente lo scambio e la messa in riserva di rifiuti per sottoporli a una delle tante operazioni di recupero. L’attenzione, dunque, passa dallo smaltimento all’avvio del rifiuto a impianti utili a ricavare energia. L’anno scorso, a chiedere a Sicula Trasporti lumi sugli iter avviati per portare rifiuti all’estero era stata la stessa Regione, dopo che dall’impianto avevano reso nota e improrogabile la necessità di rivolgersi a siti situati oltre i confini isolani. Quesiti che riguardavano anche l’idoneità del rifiuto, da un punto di vista qualitativo, a essere trattato in siti diversi rispetto alle discariche. “Nel corso del tavolo tecnico è stato richiesto alla società di presentare opportune controdeduzioni finalizzate ad attestare la conformità procedurale delle attività in questione”, viene ricordato nella istanza di autorizzazione. La stessa in cui viene comunque specificato che i dubbi che l’anno scorso erano sorti in merito ai requisiti chimico-fisici dei rifiuti trattati dal Tmb e poi trasferiti fuori dalla Regione rispettavano i termini di legge.

A cosa serve il biostabilizzatore

Per quanto sia stata incamerata dalla Regione in un momento successivo rispetto alla richiesta di modifica non sostanziale della gestione dei rifiuti da parte del Tmb – le due procedure hanno numeri di codice 2872 e 2798 –, l’istanza relativa all’impianto di biostabilizzazione è da intendersi strettamente legata alla prima. Le relazioni di accompagnamento, peraltro, sono state firmate dalla stessa professionista il 2 agosto scorso. Il motivo è semplice: l’attività del biostabilizzatore arriva subito dopo il trattamento meccanico-biologico. Da quest’ultimo processo, infatti, si ricavano il sopravaglio secco e un sottovaglio umido, che, una volta sottoposto a un’ulteriore separazione delle parti in ferro, alluminio e plastica, viene avviato alla zona di scarico per essere inserito all’interno di aie in cemento armato per un periodo – non rispettato secondo la procura negli anni oggetto dell’indagine Mazzetta sicula – non inferiore a 21 giorni. Qui i cumuli sono sottoposti ad areazione forzata fino a che non viene raggiunto il livello di stabilità biologica richiesto prima che i rifiuti possano essere abbancati. “L’impianto, la cui potenzialità è pari a 315mila tonnellate all’anno, è stato autorizzato per le operazioni di smaltimento D8 risultando – chiarisce la Sicula Trasporti – funzionale al trattamento dei rifiuti prima della loro allocazione in discarica. Alla luce delle sopraggiunte esigenze per la gestione dei rifiuti prodotti presso i propri impianti di trattamento (l’impossibilità di rivolgersi a discariche nell’isola e la convenienza economica del portare i rifiuti all’estero, ndr) la società presenta richiesta di variante non sostanziale dell’autorizzazione”. A valutare il carattere non sostanziale delle modifiche dovrà essere la commissione tecnico-scientifica della Regione.

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