Rifiuti sanitari, in Emilia-Romagna e Lombardia il 90% viene incenerito - QdS

Rifiuti sanitari, in Emilia-Romagna e Lombardia il 90% viene incenerito

Rifiuti sanitari, in Emilia-Romagna e Lombardia il 90% viene incenerito

martedì 06 Ottobre 2020

ROMA – Nel 2018 i rifiuti sanitari sono stati pari a circa 180mila tonnellate. La maggior parte, il 78% del totale, sono pericolosi a rischio infettivo, e provengono principalmente da strutture ospedaliere pubbliche soprattutto di medio-grandi dimensioni (cioè a partire da 150 posti letto). Questa la fotografia dei rifiuti sanitari in Italia sulla base delle dichiarazioni rese con il Modello unico di dichiarazione ambientale, il Mud, ovvero la comunicazione che enti e imprese presentano ogni anno alle Camere di commercio indicando quanti e quali rifiuti hanno prodotto e gestito durante il corso dell’anno precedente.
La regione che ne produce di più è la Lombardia; seguita dal Lazio. A parte lo stoccaggio, la maggior parte viene incenerita. In base ai risultati di questa analisi le regioni in cui si generano le quantità più ingenti di rifiuti sanitari sono la Lombardia con quasi 34mila tonnellate, il Lazio con 25mila tonnellate e l’Emilia Romagna con 16mila tonnellate. In generale – viene spiegato – “il 75% dei rifiuti sanitari viene conferito a operatori professionali nella regione stessa di produzione, dove comunque l’avvio ad attività di stoccaggio come prima destinazione è molto alto e sfiora il 45% della quantità complessiva”. Al di fuori dello stoccaggio, “a livello nazionale i rifiuti sanitari non hanno altra destinazione se non l’incenerimento per il 65% del totale, ed attività di trattamento finalizzate allo smaltimento per il restante 35%”. Ma per esempio a livello locale ci sono delle differenziazioni sulla base della dotazione impiantistica; così in Emilia Romagna il 91% dei rifiuti va a incenerimento e il 9% a trattamento, in Lombardia l’86% si incenerisce e 14% viene trattato.

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