Priorità alle idee che ridanno nuova vita agli scarti destinati in discarica
Un nuovo modo di concepire il consumo, che non deve fagocitare se stesso, ma che tende ad un utilizzo consapevole del prodotto. È questo l’obiettivo del bando per l’economia circolare al Sud che mette a disposizione, attraverso Fondazione con il Sud, 4 milioni di euro per sostenere progetti in grado di sviluppare strategie di economia circolare che considerino una o più fasi del ciclo di vita del prodotto. Tra le regioni destinatarie figura proprio la Sicilia.
Innanzitutto si promuove l’uso, al motto di “rifiuta, ripensa, riduci”; quindi, durante l’uso, ripensando i concetti di conservazione, riuso, condivisione, riparazione e rigenerazione. In ultimo, si ritorna all’uso, riciclando e restituendo agli ecosistemi. L’avviso prevede la presentazione delle istanze esclusivamente on line sul portale dedicato Chàiros entro le ore 13 del prossimo 29 novembre. Il bando si rivolge a partenariati composti da almeno 2 organizzazioni di terzo settore e un terzo ente, anche appartenente al pubblico o profit.
Come può essere costituita la rete
Possono far parte della rete istituzioni locali, scuole, enti di ricerca, università, consorzi privati e imprese appartenenti al tessuto imprenditoriale locale e nazionale. L’iniziativa si articola in due fasi: la prima finalizzata alla selezione delle proposte con maggiore potenziale di impatto sul territorio di intervento e la seconda di accompagnamento nella progettazione esecutiva, volta ad arricchire la proposta e a chiarire eventuali aspetti critici rilevati nella valutazione iniziale.
Quindi, in base all’esame delle proposte presentate e alla loro coerenza con gli obiettivi generali e gli ambiti di intervento, la Fondazione con il Sud procederà alla selezione dei progetti ritenuti maggiormente meritevoli, che presentino una puntuale individuazione dei risultati attesi e una chiara definizione degli obiettivi e delle attività, oltre ad essere completi di tutte le componenti richieste in piattaforma. Saranno particolarmente apprezzate proposte che intervengano nelle aree interne, dove l’economia circolare potrebbe rappresentare un’occasione di sviluppo, rivitalizzazione e coesione sociale.
Chi supera la prima fase di valutazione
I soggetti responsabili delle proposte selezionate al termine della prima fase saranno chiamati, nella fase successiva, a definire il progetto esecutivo, sulla base della condivisione e interlocuzione con gli uffici della Fondazione, per chiarire ed eventualmente ridefinire gli aspetti ritenuti meritevoli di approfondimento. Tale ridefinizione potrà riguardare, ad esempio, la composizione del partenariato, il piano delle attività e dei costi, e l’individuazione delle figure professionali con funzioni di responsabilità.
Al termine della seconda fase, la Fondazione procederà a un’ulteriore valutazione delle proposte di progetto, individuando quelle da sostenere e definendo l’importo del contributo da assegnare. L’avviso prende le mosse dal riconoscimento di come l’estrazione delle risorse naturali sia triplicata negli ultimi 50 anni e, entro il 2060, si prevede un ulteriore aumento del 60% rispetto ai livelli del 2021, cosa che causerebbe un impatto ambientale senza precedenti sulla perdita della biodiversità, sui livelli di inquinamento e, in generale, sull’equilibrio degli ecosistemi.
Le abitudini di consumo
Questo trend dipende prevalentemente dalle abitudini di consumo a cui tutti contribuiamo: ogni anno vengono prodotti 92 milioni di tonnellate di rifiuti tessili, di cui 5,8 milioni di tonnellate nella sola Unione europea, ovvero 11 chili a persona, la stragrande maggioranza delle quali finisce in discarica, e il 30% del cibo che produciamo viene sprecato, ovvero circa 1,3 miliardi di tonnellate. Complessivamente, la realizzazione dei prodotti di uso quotidiano e la gestione del suolo sono responsabili del 45% delle emissioni di gas serra, mentre il settore energetico è responsabile del restante 55%.
Iscriviti gratis al canale WhatsApp di QdS.it, news e aggiornamenti CLICCA QUI